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Yayoi Kusama: Infinite Love at the San Fransisco Museum of Modern Art SFMOMA

by Carmelita Brunetti Clamoroso arrivo della prima mostra personale dell’artista giapponese Yayoi Kusama: Infinite Love nelle grandi sale del SFMOMA nel nord della Califormia. Yayoi Kusama è una delle figure artistiche più famose al mondo. La ricerca artistica dell’artista giapponese Yayoi Kusama nata nel 1929 a Matsumoto, in Giappone, ha raggiunto il successo in Patria e negli ’60 a New York dove si è affermata come artista pionieristica d’avanguardia mettendo in scena performance, eventi e mostre rivoluzionarie. Dal 1973 è tornata in Giappone a Tokyo dove vive e lavora. Il suo lavoro ha ottenuto un rinnovato riconoscimento diffuso alla fine degli anni ’80 a seguito di numerose importanti mostre personali internazionali. Ha creato il suo primo ambiente specchiato nel 1965, la sua prima Infinity Mirror Room oscurata nel 2000, e da allora ha costruito oltre 20 di queste installazioni che sono diventate le preferite dal pubblico di tutto il mondo. Nel 1993, Kusama ha rappresentato il Giappone al 45° Biennale di Venezia, riscuotendo grandi consensi dalla critica, e nel 1994 inizia a realizzare sculture all’aperto. L’artista ha sempre puntato a valorizzare la vita grazie alla scelta di una simbologia di forme geomentriche soft, morbide come i pois.L’evento aperto al pubblico dal 14 ottobre 2023 al 07 settembre 2024 è una grande occasione per conoscere l’ultimo lavoro di Kusama intitolato Dreaming of Earth’s Sphericity, I Would Offer My Love (2023), presentato per la prima volta a New York presso la prestigiosa galleria Zwimer. Gli spazi nelle sale diventano un’esplosione di colore con le installazioni psichedeliche intitolate Infinity Mirror Rooms riguardo questa serie di lavori lei dichiara “ …Entra nel luogo dei coloriI pois lasciano entrare la luce del sole della terra. Il cuore è pieno della luce splendente del soleTutte le persone che entrano cercando la gioia di essere vivi. Lascia che ci sia eterna armonia tra tutti nei circoli e nei cicli della vita. Pace e amore infinito per tutti.” . Questa mostra è una importante occasione per far vivere agli amanti dell’arte contemporanea, la ricerca estetica dell’artista giapponese con i suoi Pois, cerchi tutti colorati e armoniosi pronti a coinvolgere un pubblico sempre più intrigato, quasi ipnotizzato dall’energia che i cerchi liberano nell’atmosfera. Yayoi Kusama con Infinite Love presenta l’ultima suggestiva installazione performativa Infinity Mirror Room, un’opera d’arte che coinvolge il pubblico regalando la magia del surreale e della sensazione di sogno, si mescolano gli stili e le tendenze artistiche dall’arte Pop sino ad arrivare all’arte psichedelica o cinetica. Le pareti delle stanze sono ricoperte da specchi per ottenere gli effetti di luoghi infiniti e anche stranianti. Queste opere racchiudono l’esperienza artistica dell’artista. Dreaming of Earth’s Sphericity, I Would Offer My Love del 2023, accoglie lo spettatore in un universo di luci multicolori, uno spazio immenso fra i grandi punti acrilici colorati che si alternano in un gioco di luce e riflessi sulle superfici specchianti.Con la realizzazione di questa grande mostra personale di Yayoi Kusama: Infinite Love si vuole dimostrare l’impegno di SFMOMA di presentare il lavoro di artisti asiatici e AAPI, inclusa la prima retrospettiva di Pacita Abad in questo autunno, una galleria di dipinti e disegni di Hung Liu e mostre collettive attuali e future con opere chiave della collezione del museo degli artisti giapponesi Yoko Ono, Tatsuo Miyajima, Rakuko Naito, Tadaaki Kuwayama e Takashi Arai, tra gli altri. SFMOMA è anche riconosciuto per la sua significativa collezione di fotografie giapponesi. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI Clamorous arrival of Japanese artist Yayoi Kusama’s first solo exhibition Yayoi Kusama: Infinite Love in the grand halls of SFMOMA in Northern California. Yayoi Kusama is one of the most famous artistic figures in the world. The artistic pursuit of Japanese artist Yayoi Kusama, born in 1929 in Matsumoto, Japan, achieved success in her homeland and in the 1960s in New York, where she established herself as a pioneering avant-garde artist creating groundbreaking performances, events and exhibitions. Since 1973 she has returned to Japan, to Tokyo, where she lives and works. Her work gained new recognition in the late 1980s following several major international solo exhibitions. She created her first mirrored environment in 1965, her first darkened Infinity Mirror Room in 2000, and has since built more than 20 such installations that have become favorites with audiences around the world. In 1993, Kusama represented Japan at the 45th Venice Biennale, receiving great critical acclaim, and in 1994 she began making outdoor sculptures. The artist has always focused on enhancing life through her choice of a symbology of soft, geomentric forms, as fluffy as polka dots.The event, open to the public from Oct. 14, 2023 to Sept. 7, 2024, is an excellent opportunity to learn about the latestThe event open to the public from Oct. 14, 2023 to Sept. 07, 2024 is a great opportunity to learn about Kusama’s latest work titled Dreaming of Earth’s Sphericity, I Would Offer My Love (2023), presented for the first time in New York at the prestigious Zwimer Gallery. The spaces in the rooms become an explosion of color with psychedelic installations titled Infinity Mirror Rooms about this series of works she states ” …Enter the place of colors.The polka dots let in the sunlight of the earth. The heart is filled with the shining light of the sun.All the people who enter seeking the joy of being alive. Let there be eternal harmony among all in the circles and cycles of life. Peace and infinite love to all.” . This exhibition is an important opportunity for contemporary art lovers to experience the Japanese artist’s aesthetic quest with her Pois, circles that are all colorful and harmonious and ready to engage an increasingly intrigued audience, almost hypnotized by the energy the circles release into the atmosphere.Yayoi Kusama with Infinite Love presents the latest evocative performance installation Infinity Mirror Room, a work of art that engages the audience by giving the magic of the surreal and the sensation of dreaming, art styles and trends from Pop art to psychedelic or kinetic art are mixed. The walls of

Rimini between cinema and art. From the Fellini Museum to ancient art to be relived together

by Noemi Adabbo “Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo?”, chiedeva Guido Anselmi interpretato da Marcello Mastroianni ad una splendida Claudia Cardinale in Otto e mezzo: quale frase felliniana più azzeccata, ahimè, per la Romagna di questi giorni. È stato un maggio nefasto a causa dell’alluvione che ha colpito molte città dell’Emilia Romagna tentando di portare via l’allegria di questa terra, tanto conosciuta e amata dai turisti, ma senza intaccarne la memoria. Fellini nacque proprio qui, a Rimini, dove girò Amarcord (in dialetto romagnolo “mi ricordo”), la sua opera più intima e personale che gli valse il premio Oscar nel 1973: la pellicola accompagna Rimini nella storia del cinema che a sua a volta ha deciso di ricambiarla con il Fellini Museum, l’unico museo al mondo dedicato interamente ed unicamente al regista. Il progetto vede la luce nell’estate del 2021 e sceglie come protagonisti tre palcoscenici della città per attirare il proprio pubblico: Castel Sismondo (sezione più ampia riguardante i momenti salienti dell’artista), Palazzo del Fulgor (dedicato ai primi passi felliniani nel mondo del cinema, alla sua giovinezza e alla sua sperimentazione) e Piazza Malatesta (vero e proprio set a cielo aperto dove vengono proiettate le tre aree principali della panca circolare, del velo d’acqua e del bosco dei nomi ravvisabili in Amarcord), luoghi che oggi ospitano un impianto audiovisivo e documentale e un percorso di narrazioni partecipate tali per cui l’esperienza risulti il più immersiva possibile. Rimini si palesa quindi come polo artistico degli amanti della macchina da presa, centro propulsore di quella magia che soltanto un buon cineasta sa riconoscere e apprezzare.La città di Rimini si rende protagonista non soltanto delle più ambite mete estive del litorale adriatico ma anche di uno snodo sinergico tra i più antichi e geograficamente strategici: la Via Flaminia (che porta a Roma), Emilia (verso Milano) e Popilia (fino ad Aquileia) si incontrano sulle sue strade, in quella che era conosciuta come Ariminum, fondata dai Romani nel 268 A.C. Non per niente, di impronta fortemente romana è l’impianto urbanistico e importanti i legami che hanno arricchito il territorio di opere d’arte, le principali conservate al Museo della Città che raccoglie con parsimonia le tracce del cittadino riminese dagli antipodi alla storia contemporanea. Forte di un patrimonio millenario, il museo ospita la Pinacoteca esponente la celeberrima Scuola Riminese, dal Trecento con Il Crocifisso di Giovanni Da Rimini e il Trittico con l’incoronazione della Vergine di Giuliano si passa al Quattrocento con Giovanni Bellini, Agostino Di Duccio e Matteo De’ Pasti che hanno reso onore alla corte malatestiana. La linea storica del museo si spinge fino all’800 , passando per le influenze gotiche e rinascimentali del nord tipiche del ‘500 alla natura morta del ‘600 e ‘700 a cui è stato dedicato il secondo piano. Rimini è anche archeologia, grazie ai suoi scavi e ritrovamenti tra cui la Domus del Chirurgo, abitazione romana della seconda metà del II secolo, scoperta in Piazza Luigi Ferrari nel 1989, che ha portato alla luce il più grande repertorio di strumenti chirurgici dell’impero romano. In ultimo ma non per importanza, il Tempio Malatestiano voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta, riportante Il Crocifisso di Giotto, la Biblioteca Civica Gambalunga, tra le più importanti e antiche d’Italia, e il Teatro Amintore Galli, teatro principale di Rimini, progettato da Luigi Poletti e inaugurato da Giuseppe Verdi nel 1857. Rimini si palesa come meta culturale e non solo turistica, o perlomeno, capace di un turismo prepotentemente artistico. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI “Would you be able to plant everything and start life all over again?” asked Guido Anselmi played by Marcello Mastroianni to a splendid Claudia Cardinale in Otto e mezzo: what Fellini phrase more apt, alas, for Romagna these days. It was a disastrous May due to the floods that hit many cities in Emilia Romagna trying to take away the joy of this land, so well known and loved by tourists, but without affecting its memory. Fellini was born right here, in Rimini, where he filmed Amarcord (in Romagnolo dialect, “I remember”), his most intimate and personal work that won him an Oscar in 1973: the film accompanies Rimini in the history of cinema, which in turn has decided to reciprocate with the Fellini Museum, the only museum in the world dedicated entirely and solely to the director. The project sees the light of day in the summer of 2021 and chooses three of the city’s stages as protagonists to attract its audience: Castel Sismondo (the largest section concerning the artist’s highlights), Palazzo del Fulgor (dedicated to Fellini’s first steps in the world of cinema, his youth and experimentation) and Piazza Malatesta (a true open-air set where the three main areas of the circular bench, the veil of water and the forest of names discernible in Amarcord are projected), places that now house an audiovisual and documentary installation and a path of participatory narratives such that the experience is as immersive as possible. Rimini thus emerges as an artistic hub for lovers of the camera, a driving force behind the magic that only a good filmmaker can recognize and appreciate.The city of Rimini makes itself the protagonist not only of the most sought-after summer destinations on the Adriatic coast but also of one of the most ancient and geographically strategic synergistic junctions: the Via Flaminia (leading to Rome), Emilia (toward Milan) and Popilia (to Aquileia) meet on its roads, in what was known as Ariminum, founded by the Romans in 268 B.C.Not for nothing, of strongly Roman imprint is the urban layout and important are the links that have enriched the territory with works of art, the main ones preserved at the City Museum, which sparingly collects the traces of the Rimini citizen from the antipodes to contemporary history. On the strength of a millennia-old heritage, the museum houses the Pinacoteca exposing the celebrated Riminese School, from the 14th century with Giovanni Da Rimini’s The Crucifix and Giuliano’s Triptych with the Coronation of the Virgin

Julian Charrière: Erratic at SFMOMA

L’artista Julian Charrière è nato a Born nel 1987 in Svizzera, ha viaggiato in regioni polaRi in cui l’essere umano difficilmente raggiunge. La sua esploraizone punta a testimoniare il cambiamento climatico e i disastri climatici che stanno subendo i ghiacciai. Il rapporto con l’ambinete glaciale è stato complicato, ma la sua volontà di presentare quei luoghi è stata così forte da far realizzare all’artista un filmato che riprende i monti bui della notte quando i ghiacciai nel silenzio si muovono ed emettono rumori che fanno sentire l’essere umano piccolissimo e debole di fronte alla forza impetuosa della natura.Questa rassegna è la prima mostra personale dell’artista sulla West Coast, Julian Charrière: Erratic presenta opere multimediali che ruotano attorno all’impegno poetico dell’artista con i paesaggi di ghiaccio, sfidando i nostri costrutti di temporalità differenti e portando l’attenzione sulle tracce e sugli effetti di lunga durata delle interferenze umane nella natura. L’opera centrale di questa mostra cinematografica e sensoriale è Towards No Earthly Pole (2019), un film panoramico che combina riprese inquietanti di ghiacciai effettuate di notte durante le spedizioni dell’artista in varie regioni glaciali.Il visitatore della mostra si sente partecipe di un progetto culturale realizzato dall’artista volto a scuotere le coscienze di tutti noi e tentare di dare valore a quelle aree che spesso sono sconosciute e hanno bisogno di essere presentate nel mondo politico e culuturale per tentare una svolta verso la salvaguardia dell’ecosistema.Julian Charrière: Erratic è sostenuta da Etant donnés Contemporary Art, un programma di Villa Albertine e della Fondazione FACE, in collaborazione con l’Ambasciata di Francia negli Stati Uniti, con il sostegno del Ministero della Cultura francese, dell’Institut français, della Fondazione Ford, della Fondazione Helen Frankenthaler, di CHANEL e di ADAGP. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI Artist Julian Charrière was born in Born in 1987 in Switzerland and has traveled to polar regions where the human being hardly reaches. His exploration aims to witness climate change and the climatic disasters that glaciers are suffering. The relationship with the glacial ambinete was complicated, but his desire to present those places was so strong that the artist made a film that captures the dark mountains of the night when glaciers in the silence move and emit noises that make human beings feel tiny and weak in the face of the impetuous force of nature.This exhibition is the first solo show of artist on the West Coast, Julian Charrière: Erratic presents multimedia works that revolve around the artist’s poetic engagement with ice landscapes, challenging our constructs of different temporalities and bringing attention to the traces and long-lasting effects of human interference in nature. The central work in this cinematic and sensory exhibition is Towards No Earthly Pole (2019), a panoramic film that combines eerie footage of glaciers taken at night during the artist’s expeditions to various glacial regions.The visitor to the exhibition feels like a participant in a cultural project carried out by the artist aimed at shaking the consciences of all of us and attempting to give value to those areas that are often unknown and need to be presented in the political and culutural world in order to attempt a breakthrough toward the preservation of the ecosystem.Julian Charrière: Erratic is supported by Etant donnés Contemporary Art, a program of Villa Albertine and the FACE Foundation, in collaboration with the Embassy of France in the United States, with support from the French Ministry of Culture, the Institut français, the Ford Foundation, the Helen Frankenthaler Foundation, CHANEL and ADAGP. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Has the perception of beauty in our
contemporary times changed? 

L’essere umano come reagisce di fronte alle opere digitali? Quali aree cerebrali si attivano?Nel complesso, sembra che il cervello elabori e risponda all’arte digitale in modo molto simile a quello dell’arte fisica tradizionale. Per esempio, la corteccia orbitofrontale, coinvolta in modo importante nel processo estetico, si attiva quando guardiamo un’opera d’arte esteticamente piacevole, sia essa digitale o sia tradizionale. Altre aree cerebrali tipicamente attivate quando guardiamo l’arte digitale sono quelle relative all’elaborazione visiva e spaziale. Ad esempio, il giro fusiforme, coinvolto nel riconoscimento dei volti e nella percezione degli oggetti. Tuttavia, è importante notare come il cervello sia altamente adattabile e possa imparare ad elaborare nuovi tipi di stimoli nel corso del tempo, quindi il modo in cui il cervello di un individuo risponde all’arte digitale può cambiare man mano che si abitua ad essa. Negli ultimi anni lo studio in questo campo, la neuroestetica, ha acquisito una notevole importanza grazie all’utilizzo da parte dei ricercatori di tecniche avanzate di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), per studiare l’attività cerebrale delle persone durante la visione e la valutazione delle opere d’arte.Con la sua continua evoluzione, il campo della neuroestetica ha il potenziale per rivoluzionare la nostra comprensione dell’estetica e dei modi in cui il cervello elabora e risponde all’arte. Alla Webster Vienna Private University offriamo corsi che approfondiscono questi argomenti affascinanti fornendo agli studenti una prospettiva unica sul ruolo del cervello nell’apprezzamento dell’arte e le competenze necessarie per condurre la propria ricerca in questo campo appassionante. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI How does the human being react when faced with digital works? Which brain areas are activated?Overall, it seems that the brain processes and responds to digital art in much the same way as it does to traditional physical art. For example, the orbitofrontal cortex, which is heavily involved in aesthetic processing, is activated when we look at an aesthetically pleasing work of art, whether it is digital or whether it is traditional. Other brain areas typically activated when we look at digital art are those related to visual and spatial processing. For example, the fusiform gyrus, which is involved in face recognition and object perception. However, it is important to note that the brain is highly adaptable and can learn to process new types of stimuli over time, so the way an individual’s brain responds to digital art may change as he or she becomes accustomed to it. In recent years, the study in this field, neuroaesthetics, has gained prominence due to researchers’ use of advanced brain imaging techniques, such as functional magnetic resonance imaging (fMRI), to study people’s brain activity while viewing and evaluating works of art.As it continues to evolve, the field of neuroaesthetics has the potential to revolutionize our understanding of aesthetics and the ways in which the brain processes and responds to art. At Webster Vienna Private University we offer courses that delve into these fascinating topics by providing students with a unique perspective on the brain’s role in art appreciation and the skills needed to conduct their own research in this exciting field. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Ma gli NFT hanno cambiato le regole del mercato dell’arte?

I collezionisti ora comprano più NFT e meno arte analogica?L’economista Ethan McMahon riferisce che circa la metà di tutti gli NFT che si vendono costano meno di $ 400, appena abbastanza per coprire i costi della blockchain.McMahon ha anche affermato che quasi tutta l’azione di rivendita per gli NFT, dove si guadagnano soldi veri, avviene nella fascia alta del mercato; la stragrande maggioranza degli NFT viene a malapena rivenduta. Le persone che stanno cercando di trarre profitto da qualsiasi folle clamore che ci sia intorno a questo spazio NFT devono davvero stare attente, perché molte volte finisce per essere un investimento a tuo svantaggio.Cosa sono i CryptoPunks? sono alcuni dei primi NFT d’arte, può essere pensato come un esperimento che mette in luce l’atto del collezionare e il suo significato. Per entrare nel vivo dell’argomento seguite l’ interessante intervista audio con l’Avvocato Lavina Savini. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI Are collectors now buying more NFTs and less analog art?Economist Ethan McMahon reports that about half of all NFTs that sell cost less than $400, just enough to cover the costs of the blockchain.McMahon also said that almost all of the resale action for NFTs, where real money is made, happens at the high end of the market; the vast majority of NFTs barely get resold at all. People who are looking to profit from whatever crazy hype there is around the NFT space really need to be careful, because many times it ends up being an investment to your detriment.What are CryptoPunks? are some of the first art NFTs, it can be thought of as an experiment that highlights the act of collecting and what it means. To get to the heart of the matter follow the interesting audio interview with Attorney Lavina Savini. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Il collezionista-imprenditore emiliano
FRANCESCO AMANTE dona la luminaria
“Grazie Lucio” firmata dall’artista romano Pablo Echaurren al Day Hospital Oncologico del Policlinico Sant’Orsola di Bologna

Questa bellissima opera, faceva parte dell’installazione luminosa, che nell’inverno del 2020 ha riacceso Via d’Azeglio, con i versi della canzone Futura di Lucio Dalla, è stata realizzata dall’artigiano Antonio Spezia. Quest’opera, è una suggestiva installazione luminosa che vuole portare luce, nel doloroso percorso dei malati di cancro, che vengono curati nel reparto di oncologia del Policlinico di Sant’Orsola a Bologna. L’opera è stata acquistata dal collezionista Francesco Amante all’asta benefica del Consorzio Pedonale di Via d’Azeglio in collaborazione con Sotheby’s e la Galleria d’Arte Maggiore GAM. Il gesto del collezionista attesta le sue grandi qualità umane, oltre che imprenditoriali. Francesco Amante, classe 1947, amante dell’arte e delle auto storiche, è sempre stato attivo in ambito culturale, e protagonista di eventi artistici, organizzati a Bologna e in altre località; per 10 anni è stato presidente dell’Associazione Amici della Pinacoteca di Bologna e successivamente membro del Consiglio di Amministrazione. La sua notorietà come imprenditore internazionale e amante dell’arte lo ha portato a ricevere molti riconoscimenti come quest’ultimo: Accademico onorario a vita “per le sue non comuni qualità umane e professionali conferitogli dall’Accademia Italo-Americana”. Amante donerà al PAN di Rimini una importante opera dell’artista Flavio Favelli dal titolo Terza Camera, lettiga mobil, piastrelle, h 74 180×128 cm 2007. Per conoscere meglio questo grande collezionista lo abbiamo intervistato e vi presentiamo qui sotto l’intervista audio. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI This beautiful work, was part of the light installation, which in the winter of 2020 has rekindled Via d’Azeglio, with the verses of the song Futura by Lucio Dalla, was made by the craftsman Antonio Spezia. This work, is a suggestive light installation that wants to bring light, in the painful journey of cancer patients, who are treated in the oncology department of the Policlinico di Sant’Orsola in Bologna. The work was purchased by the collector Francesco Amante at the charity auction of the Pedestrian Consortium of Via d’Azeglio in collaboration with Sotheby’s and the Galleria d’Arte Maggiore GAM. The gesture of the collector attests to his great human qualities, as well as entrepreneurial. Francesco Amante, born in 1947, a lover of art and historic cars, has always been active in the cultural sphere, and the protagonist of artistic events, organized in Bologna and other places; for 10 years he was president of the Association of Friends of the Pinacoteca di Bologna and later a member of the Board of Directors. His notoriety as an international businessman and art lover has led him to receive many awards such as this last one: Honorary Academician for life “for his uncommon human and professional qualities conferred by the Italian-American Academy”. Amante will donate to PAN in Rimini an important work by the artist Flavio Favelli entitled Terza Camera , lettiga mobil, tiles, h 74 180×128 cm 2007.To learn more about this great collector we interviewed him and we present below the audio interview. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Cosa sono le emozioni?
Esistono nella vita iperdigitalizzata?
intervista a Umberto Galimberti

Il più grande filosofo italiano che con il suo “libro delle Emozioni” sta facendo discutere e riflettere sull’importanza dell’educazione alle emozioni e a riconoscerne le patologie scaturite dalle nevrosi che la nostra epoca iperconnessa genera. Vuole essere anche una guida alla scoperta delle emozioni umane, un fenomeno complesso e un campo di indagine sterminato. Se qualcuno dovesse chiederci che cosa sono, sarebbe difficile rispondere. Spesso confuse con gli stati d’animo o i sentimenti, le “Emozioni” sono processi multicomponenziali che determinano le nostre azioni e i nostri comportamenti. Sono risposte innate, composte da fenomeni involontari, automatici e simultanei, che coinvolgono sia il corpo che la mente. Ma per scoprire il valore delle “Emozioni”, interivistiamo l’autore del libro, il celebre filosofo contemporaneo Galimberti che ci condurrà attraverso una attenta analisi sia filosofica che psicanalitica per imparare a riconoscerse i sentimenti scaturiti dalle emozioni.Perchè un libro dedicato alle Emozioni?Umberto Galimberti: Perchè le emozioni le conosciamo pochissimo, le sentiamo, ma non le conosciamo. Non le conosciamo perchè i ragazzi, molto spesso, hanno le pulsioni e con quelle agiscono attraverso le parole, come fanno soprattutto i bulli. I bulli la scuola li sospende, mentre dovrebbe tenerli il doppio del tempo per insegnargli la risonanza emotiva. Chiamo risonanza emotiva quel sentire immediato che sa distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto. Il filosofo tedesco Immanuel Kant diceva che il bene e il male potremmo anche non definirli perche ciascuno li sente, usa la parola sentire in tedesco fullen, naturalmente da se, oggi questa sua analisi non è più vera, perchè un ragazzo non sente più la differenza tra insultare un professore o prenderlo a calci, oppure tra corteggiare una ragazza o struparla, e non sto esagerando, perchè quando per ragioni giornalistiche mi tocca sentire le risposte che questi ragazzi danno ai giudici che li interrogano, e rispondono: “…e ma cosa abbiamo fatto?!” cadono dal pero, perchè non hanno la risonanza emotiva delle loro azioni, perchè le emozioni vanno anche insegnate. L’educazione consiste proprio in questo passaggio dalle pulsioni alle emozioni, percui bisogna insegarle.Dove bisogna insegnarle? Prima in famiglia e poi a scuola?Umberto Galimberti: Soprattutto a scuola, perchè la scuola da questo punto di vista è molto deficitaria, di solito si limita solo ad istruire non ad educare. Educare significa seguire i percorsi emotivi degli studenti, accompagnarli in quell’età incerta e critica che si chiama adolescienza, in cui la comparsa della sessualità comporta una radicale riformulazione della visione del mondo; a questo punto i ragazzi vanno in crisi, soffrono, ma non sanno dare il nome alle loro sofferenze, e soprattutto, non hanno le strategie per riuscirci. Per questo bisogna dare un’educazione, si certo in famiglia, per quel tanto che basta,visto che le famiglie oggi sono così dissestate, e la parola genitore conta fino a 12 anni circa. Quando i ragazzi passano dall’amore incondizionato dei genitori a quello condizionato con i loro amici, in quel passaggio che si chiama edipo, diventano furiosi, perchè l’Edipo in cosa consiste? Nell’abbandonare il mondo genitoriale, che nel linguaggio di edipo, dice di uccidere il padre, se non lo fanno in famiglia, lo fanno in piazza, peniamo ad esempio a quello che fanno nella curva nord, le manifestazioni, negli stadi dove va la polizia. Allora tutte queste aggressività bisogna fargliele fare in casa, in famiglia, come ad esempio sbattere la porta. Con questi comportamenti si riconosce il passaggio evolutivo del ragazzo e gli permette di entrare più facilmente in relazione con l’amore condizionato dei loro amici.Il mondo sempre più digitalizzato vede sospendere le emozioni per portarle in una condizione di stand by è possibile? Cosa sta succedendo nell’era della digitalizzazione?Umberto Galimberti: La digitalizzazione porta dei guai non indifferenti, con i telefonini, ad esempio, cosa succede? Succede che si ha l’unica incapacità di reggere la distanza, percui ricevo un messaggio, devo immediatamente rispondere, se non rispondo, vado in angoscia, oppure subentra una sorta di onnipotenza perchè posso controllaare la persona che mi sta a cuore, e sapere che luoghi frequenta, se sono una persona importante parlo ad alta voce cosi mi riconoscono, una sorta di angoscia dell’anonimato, si perde il mondo interiore, perchè il mondo interiore ama il silenzio, invece siamo bombardati dai trilli dei telefonini. Si perde la libertà, perchè quando arriva la telefonta bisogna rispondere, se non si risponde prima o poi dobbiamo giustificarci, quando passiamo al computer è ancora peggio. Dobbiamo ricordarci che l’informatica, non è un mezzo, è un mondo. La differenza tra mezzo e mondo è radicale, vuol dire che abitando l’informatica non sono più nel mondo reale, ma in quello virtuale, con conseguenti fenomeni di derealizzazione, posso vedere Roma, un concerto senza esserci mai andato, così si finisce per simulare di fare cose che non si riusciamo a fare, poi si ha un altro fenomeno la desocializzazione, la distanza sociale non l’ha creata il Virus, ma l’ha creata l’informatica perchè parlare davanti al Computer non è la stessa cosa che vivere di relazioni vere. Altra dipendenza è il CybersessoAnche gli adulti cadono vittima di tutte queste dipendenze?Umberto Galimberti: Certo, è ovvio, ad esempio, posso scatenare tutte le mie fantasie sessuali senza avere un vero compagno, nasce così il cybersesso che significa: io posso fare di tutto virtualmente, ma poi difronte alla propria ragazza o ragazzo ci si ritrova incapaci o insufficenti di vivere la relazione perchè la presenza fisica dell’altro mi impegna mentre lo schermo no. Per non parlare delle chatte, in cui si creano dei profili ideali che non corrispondono alla realtà, e poi quando si entra nel mondo reale e nessuno lo riconosce più, allora la persona si rituffa nel mondo virtuale. Tutto questo genera gravi problemi e patologie serie.Il libro sulle Emozioni nasce per far riflettere sul valore delle emozioni?Umberto Galimberti: certo per far riflettere sul significato delle emozioni e sulla patologizzazione delle emozioni, perchè quando si patologizzano le persone si ammalano.Come si può venire fuori da tutto questo?Umberto Galimberti: Non si può! questo mondo è entrato nella virtualità. Il Governo finanazierà la digitalizzazione di tutto, e quindi, il nostro mondo sarà virtuale.

Sessualità tra scienza arte e storia (Parte 1^)

La vita umana fluisce in un continuo susseguirsi di desideri che determinano bisogni, che generano la definizione degli obiettivi che hanno lo scopo di realizzare la loro soddisfazione. L’attrazione sessuale, definita spesso nel linguaggio comune passione, è una forma di desiderio di un essere umano nei confronti di un altro, caratterizzato da un forte coinvolgimento fisico oltre che emotivo. Essa spinge il soggetto che la prova a desiderare l’appagamento della sua attrazione mediante il rapporto sessuale con l’altro soggetto che come dimostrato dal professor Barry Komisaruk – scienziato dell’Università Rutgers del New Jersey – prevede l’attivazione successiva di varie zone dell’encefalo: dalla corteccia sensoriale, al sistema limbico, al cervelletto, alla corteccia frontale, all’ipotalamo tramite interazioni molecolari. Ovviamente è impossibile condensare l’essenza di una relazione amorosa all’interno di semplici formule chimiche, ma è interessante sapere che il nostro corpo utilizza risorse sorprendenti per modulare la vita amorosa. Basta non dimenticare che a sua volta la nostra psiche influenza la produzione di determinate sostanze in varie fasi e momenti, in un vicendevole e continuo processo di accomodamento mente-corpo. Tra i protagonisti molecolari troviamo: la dopamina, il testosterone, i feromoni, la feniletilamina, l’ossitocina. La dopamina è sostanza dell’amore romantico, la cui attività è collegata al funzionamento del sistema limbico, zona del cervello sede delle emozioni e di alcune funzioni vitali tra le quali la stessa sessualità. Essa permette di potenziare alcuni comportamenti che procurano piacere e soddisfazione. Il Testosterone è l’ormone del desiderio sessuale sia per i maschi che per le femmine. Nell’uomo regola il desiderio, l’erezione e la soddisfazione sessuale. Nella donna ha un ruolo collegato al desiderio sessuale fino ad ora esplorato principalmente grazie all’evidenza della diminuzione di desiderio nel periodo post-menopausale. I Feromoni sono poi le molecole implicate nella ricerca del partner, prodotte da ghiandole situate sotto le ascelle, intorno ai capezzoli e nell’inguine; sono inodori e vengono captati da un apposito sistema detto vomeronasale, variano in rapporto allo stato d’animo e possono stimolare il desiderio sessuale. La Feniletilamina è alla base dell’innamoramento e dell’attrazione amorosa: la sua presenza è strettamente collegata con il rilascio di dopamina in una continua vicendevolezza che genera eccitazione, euforia, entusiasmo. Infine l’ossitocina rappresenta la colla chimica dell’amore.  Viene secreta dalla ghiandola pituitaria e liberata nel cervello e nel sistema riproduttivo ogni volta che c’è un contatto con la persona amata. Essa aumenta notevolmente durante l’orgasmo e, soprattutto nella donna, è presente durante il parto e l’allattamento. La sua funzione è quindi strettamente collegata all’importanza del contatto fisico come collante necessario a far durare una coppia nel tempo.Questo gioco di molecole rappresenta, dunque, il motore del mondo composto da individui che si generano dalle unioni di corpi di sesso opposto. Sarà per questo che dalla notte dei tempi la sessualità ha attratto l’interesse di scrittori, artisti e scienziati.L’arte nei secoli ha avuto il merito di aprire le porte di un mondo istintivamente ricercato per naturali pulsioni umane ma razionalmente rifiutato per imposizioni culturali facenti appello all’astratto concetto di moralità. Così dall’interesse artistico si è passati all’analisi delle pulsioni umane fino ad arrivare alle attuali scoperte scientifiche che ci raccontano di come ciò che avviene tra corpi è semplice espressione di fini meccanismi neurofisiobiologici.Di sessualità si comincia a parlare già nel IX e VIII sec a.C. con la mitologia greca e come non ricordare a tal proposito la dea Afrodite descritta come dea della bellezza e dell’amore in grado di risvegliare l’amore e la passione negli dei e nei mortali. Le avventure erotiche della dea furono innumerevoli ma la più importante fu con Ares. Suo marito Efesto, che aveva sposato dietro pressione di Zeus e di Era, avendo notato che quando mancava dal suo laboratorio, la moglie portava il suo amante nel letto nuziale, costruì una rete metallica invisibile e la informò che sarebbe andato via. Quando i due amanti si incontrarono, fece la sua comparsa Efesto, che li avvolse nella rete completamente nudi e chiamò gli altri dei per lamentarsi e per renderli ridicoli. Gli dei si divertirono molto per questo episodio piccante e naturalmente lo aiutarono a trovare una soluzione con l’intermediazione di Poseidone che si impegnò a punire Ares. Afrodite ed Ares generarono vari dei tra cui Imero che risvegliava la passione ed Eros munito di arco che saettava i cuori e faceva nascere un “amore irresistibile”. Gli dei della mitologia greca descritti da autori vissuti nei secoli a.C. , da ciò che oggi conosciamo grazie a studi di ricercatori come Mc Hanry J e collaboratori dell’Università del North Carolina a Chapel Hill o Nirao M. Shah e collaboratori, altro non sono che molecole e circuiti neuronali insiti nei singoli individui.Nei secoli l’Arte figurata ha saputo ben trasmettere i messaggi legati alla sessualità talvolta filtrata dai veli dell’ipocrisia che le società hanno necessariamente dovuto erigere per evitare naturali disordini verso cui tenderebbero incontrollate pulsioni umane prive del filtro razionale. Ancora una volta esempio classico dei drammi che possono celarsi dietro gli amori passionali ci viene raccontato da Omero nell’VIII secolo a.C. con la Guerra di Troia scatenata dall’amore passionale tra Elena, moglie di Menelao re di Sparta, e Paride figlio di Pericle re di Troia.L’arte letteraria e figurata, che racconta senza veli, ai tempi di Omero, gli amori di dei tra di loro e con umani, spesso illeciti e responsabili di conflitti, passando dal medioevo inizia un processo di trasformazione per adattarsi ad una società dove il peccato e la conseguente punizione diventano motivo di vero e proprio terrore. Così la sessualità non più rappresentata torna a riemergere timidamente nell’arte dell’età rinascimentale per esprimersi con più forza nell’arte moderna ed in quella contemporanea. Di questo, tuttavia, si parlerà in maniera più approfondita nel prossimo numero. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI Human life flows in a continuous succession of desires that determine needs, which generate the definition of goals that aim to achieve their satisfaction. Sexual attraction, often referred to in common language as passion, is a form of desire of one human being for another, characterised by a strong physical as well as emotional involvement. It drives the person experiencing it to desire the fulfilment of their attraction

Supplemento Musei Vaticani

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