Interview on the Exhibition “Caravaggio 2025” with Thomas Clement Salomon, Director of the Gallerie Nazionali di Arte Antica at Palazzo Barberini in Rome

Qual è stato l’aspetto più impegnativo nel curare un’esposizione così significativa su Caravaggio, soprattutto con l’inclusione di opere rare o meno conosciute?Curare una mostra di questa portata ha richiesto un attento equilibrio tra rigore scientifico, logistica e innovazione nell’allestimento. Una delle sfide più complesse è stata senza dubbio il processo di prestito di venti dipinti autografi provenienti da tutto il mondo, sono le Star di questi importanti musei, così straordinari da creare lunghe trattative con musei, perchè le opere hanno costi di assicurazione altissimi per l’estradizione, si pensi all’opera ” I Musici” provenienti da New York dal Metropolitan Museum, ” “Hecce Homo” dal Museo del Prado di Madrid; oltre a un’accurata valutazione dello stato di conservazione di ciascun pezzo.L’esposizione riunisce molte opere iconiche e alcune recentemente scoperte di Caravaggio. Cosa spera che i visitatori portino con sé dall’esperienza, in particolare per quanto riguarda la comprensione dell’influenza di Caravaggio sull’arte e sulla società?L’obiettivo principale è offrire ai visitatori un’immersione profonda nell’universo di Caravaggio, non solo come artista ma come figura rivoluzionaria che ha segnato in modo indelebile la storia dell’arte.Questa mostra è una grande opportunità per il pubblico perchè possono vedere il Ritratto di Maffeo Barberini a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta e ora per la prima volta è affiancato ad altri dipinti di Caravaggio come la Santa Caterina del Museo Thyssen- Bornemisza di MAdrid, capolavoro della collezione Barberini, Marta e MAddalena del Detroit Institute of Arts; vi sono le opere legate alla storia del collezionismo dei Barberini, come “I Bari” del Kimbell Art Museum di Fort Worth. Chiude la selezione di questo importante prestito “Il Martirio di Sant’Orsola”, ultimo dipinto del Merisi, realizzato poco prima della sua morte nel 1610 a Porto Sant’Ercole.La relazione di Caravaggio con i suoi committenti e con la famiglia Barberini è centrale nell’esposizione. In che modo questa connessione arricchisce la nostra comprensione della sua arte e della sua vita durante questo periodo?I Barberini hanno giocato un ruolo chiave nella vita di Caravaggio, rappresentando sia una fonte di protezione sia un’importante committenza per il pittore. Attraverso i documenti storici e le opere in mostra, vogliamo mettere in luce l’intricata rete di rapporti tra Caravaggio e le figure di potere dell’epoca. La relazione con i Barberini mostra anche come la sua arte fosse tanto apprezzata quanto controversa: la sua capacità di reinterpretare i temi sacri con un realismo crudo e coinvolgente era rivoluzionaria, ma al tempo stesso suscitava reazioni contrastanti tra i suoi committenti. Nei quadri c’è la sua vita, e grazie alla possibilità di vedere riunite tutte queste sue opere si apprezza l’evoluzione stilistica fino alla sua ultima opera.Com’è stata la relazione fra Palazzo Barberini e la Galleria Borghese per la realizzazione di questa grande mostra, considerando che Francesca Cappelletti è una esperta di Caravaggio e direttrice della Galleria Borghese?La collaborazione tra Palazzo Barberini e la Galleria Borghese è stata fondamentale per la realizzazione di Caravaggio 2025. Francesca Cappelletti, con la sua profonda conoscenza dell’artista e del suo contesto, ha contribuito in maniera determinante alla costruzione del percorso espositivo e alla selezione delle opere. La Galleria Borghese custodisce alcuni dei capolavori più celebri di Caravaggio, e il dialogo tra le due istituzioni ha permesso di valorizzare al meglio la loro presenza in mostra. Questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra musei, che ha permesso non solo di offrire al pubblico una visione più completa dell’opera di Caravaggio, ma anche di rafforzare la collaborazione tra le grandi istituzioni culturali italiane ed estere. ENGLISH VERSION What has been the most challenging aspect of curating such a significant exhibition on Caravaggio, especially with the inclusion of rare or lesser-known works?Curating an exhibition of this magnitude required a delicate balance between scholarly rigor, logistics, and innovative display techniques. One of the most complex challenges was undoubtedly securing the loans of twenty autograph paintings from around the world. These works are the stars of their respective museums, making negotiations lengthy, as institutions are understandably reluctant to part with them. Additionally, the high insurance costs associated with their transport added another layer of complexity. Consider, for instance, The Musicians from the Metropolitan Museum of Art in New York or Ecce Homo from the Prado Museum in Madrid. Another crucial aspect was the meticulous assessment of each piece’s condition to ensure its preservation during the exhibition.The exhibition brings together many iconic works as well as some recently discovered pieces by Caravaggio. What do you hope visitors will take away from this experience, particularly regarding Caravaggio’s influence on art and society?The main goal is to offer visitors an immersive journey into Caravaggio’s world—not only as an artist but as a revolutionary figure who left an indelible mark on art history. This exhibition presents a unique opportunity for the public to see the Portrait of Maffeo Barberini, which has not been displayed in over sixty years since its rediscovery. For the first time, it is presented alongside other Caravaggio masterpieces such as Saint Catherine from the Thyssen-Bornemisza Museum in Madrid, a cornerstone of the Barberini collection, Martha and Mary Magdalene from the Detroit Institute of Arts, and works linked to the Barberini family’s history as collectors, including The Cardsharps from the Kimbell Art Museum in Fort Worth. The exhibition culminates with The Martyrdom of Saint Ursula, the last painting Caravaggio created before his death in 1610 in Porto Ercole.Caravaggio’s relationship with his patrons and the Barberini family is central to the exhibition. How does this connection deepen our understanding of his art and life during that period?The Barberini family played a crucial role in Caravaggio’s life, providing both protection and significant commissions. Through historical documents and the works on display, we aim to shed light on the intricate web of relationships between Caravaggio and the powerful figures of his time. His connection with the Barberini family also highlights how his art was both highly valued and deeply controversial. His ability to reinterpret sacred themes with raw, compelling realism was groundbreaking, yet it often provoked mixed reactions from his patrons. His paintings are

Aleida Guevara: A Legacy of Thought and Humanity. Interview with Aleida Guevara

Bologna ospita una mostra speciale dedicata a Ernesto Che Guevara, un’occasione per esplorare la sua eredità ideologica e culturale oltre la figura storica. Sua figlia, Aleida Guevara, sarà presente all’evento, offrendo una prospettiva personale e approfondita sulla visione del padre. In questa intervista, parliamo della rilevanza attuale dei suoi ideali, del ruolo della cultura nella diffusione del suo messaggio e del significato di portare questa mostra a Bologna.La mostra di Bologna approfondisce il pensiero e l’eredità di Ernesto Che Guevara. Quale ritiene sia il valore più importante della sua visione del mondo nella società contemporanea?Prima di tutto, ha dimostrato con la sua vita il concetto di internazionalismo. Ha sempre parlato della necessaria unità tra i popoli per poter sconfiggere il nemico comune: l’imperialismo.Lo scrittore Eduardo Galeano ha espresso bene questo concetto nella sua poesia El más nacedor:“Più lo insultano, lo manipolano, lo tradiscono, più lui rinasce. È colui che rinasce di più. Non sarà perché il Che diceva ciò che pensava e faceva ciò che diceva?”Che Guevara ha sempre avuto una profonda idea dell’essere umano, della sua dignità e del suo potenziale. Come crede che la sua filosofia continui a ispirare le persone oggi?L’esempio di Che Guevara è fonte di ispirazione, soprattutto per le nuove generazioni, ma è necessario studiare più a fondo i suoi scritti. Quando li leggiamo, possiamo sentirne la presenza per la loro attualità. Una volta disse che la vita di un essere umano valeva molte volte di più di tutte le ricchezze dell’uomo più facoltoso del mondo. Il rispetto reciproco è fondamentale per poter vivere in pace.Durante tutta la sua vita, suo padre ha cercato di unire pensiero e azione, teoria e pratica. In che modo ritiene che la sua visione possa essere interpretata dalle nuove generazioni?Credo che la risposta sia nelle parole di Galeano, quando diceva che è raro trovare una tale integrità in un essere umano e ancor più in un leader. O quando lo stesso Che parlava della necessità dell’esempio personale per indicare una strada e del principio secondo cui non si può chiedere a qualcun altro di fare qualcosa se non si è disposti a farlo per primi.Dire sempre la verità, interrogarsi su tutto ciò che non si comprende e dichiarare guerra al formalismo. Personalmente, credo che il Che possa essere uno strumento per affrontare la vita e sentirsi completi come esseri umani.L’arte, la letteratura e la cultura in generale hanno avuto un ruolo importante nella sua formazione intellettuale. Quanto è importante oggi la cultura nella conservazione e nella trasmissione del suo messaggio?Cos’è la cultura? Sono le nostre radici, la nostra identità, il nostro modo di vedere la vita e di agire di conseguenza. La cultura è parte essenziale della nostra esistenza, e aspiriamo affinché il Che diventi uno strumento per quella vita, una parte della cultura universale.Avrete sicuramente sentito poesie e canzoni a lui dedicate, e tutte trasmettono qualcosa della sua vita. Quante opere d’arte abbiamo visto? Quanti monumenti? E se un bambino o un giovane si chiede “Chi è quest’uomo?” e impara qualcosa sulla sua vita, allora stiamo facendo progressi.Bologna ha una lunga tradizione di conoscenza, apprendimento e scambio culturale. Cosa significa per lei portare questa mostra in questa città?È una grande opportunità affinché migliaia di giovani possano entrare in contatto con la vita e l’opera di quest’uomo. Se, dopo aver visto la mostra, vorranno saperne di più su di lui e approfondire la loro conoscenza, allora saremo felici e avremo raggiunto l’obiettivo principale dell’esposizione: permettere al Che, all’uomo, attraverso la sua vita e il suo operato, di toccare altre persone. Come disse un patriota cubano: “Anche dopo la morte, possiamo essere utili.” ENGLISH VERSION Bologna is set to host a special exhibition dedicated to Ernesto Che Guevara, an opportunity to explore his ideological and cultural legacy beyond the historical figure. His daughter, Aleida Guevara, will be present at the event, offering a personal and in-depth perspective on her father’s vision. In this interview, we discuss the relevance of his ideals today, the role of culture in preserving his message, and what it means to bring this exhibition to Bologna.The exhibition in Bologna delves into the thought and legacy of Ernesto Che Guevara. What do you think is the most important value of his worldview in contemporary society?First and foremost, he demonstrated the concept of internationalism with his life. He always spoke of the necessary unity among peoples in order to defeat the common enemy: imperialism.The writer Eduardo Galeano captured this idea perfectly in his poem El más nacedor:“The more they insult him, manipulate him, betray him, the more he is reborn. He is the most reborn of all. Could it be because Che said what he thought, and did what he said?”Che Guevara always had a profound understanding of human dignity and potential. How do you think his philosophy continues to inspire people today?Che Guevara’s example is inspiring, especially for younger generations, but his writings must be studied in greater depth. When we read them, we can feel his presence because of their ongoing relevance. He once said that the life of a human being was worth many times more than all the wealth of the richest man in the world. Respect among all people is essential in order to live in peace.Throughout his life, your father sought to unite thought and action, theory and practice. How do you think his vision can be interpreted by new generations?I believe Galeano’s words hold the answer—when he said that it is rare to find such integrity in a human being, and even rarer in a leader. Or when Che himself spoke about the necessity of leading by example, never asking others to do something you are not willing to do yourself.Always tell the truth, question everything you do not understand, and wage war against formalism. Personally, I believe that Che can be a tool for facing life and for feeling whole as a human being.Art, literature, and culture played a significant role in his intellectual formation. How important is culture

Digital Cosmati – Arte Medievale e Innovazione Tecnologica

Organizzata dal Laboratorio di Modellistica e Scienze Cognitive del Dipartimento di Fisica, Unical Calabria Inaugurazione: 03 marzo ore 12 Periodo espositivo Dal 03 marzo al 23 marzo 2025 Dal 3 Marzo al 23 marzo 2025, gli SPAZI ESPOSITIVI DELLA PROVINCIA DI COSENZAospiteranno la mostra “Digital Cosmati”, un’esplorazione degli antichi pavimenti Cosmateschi che unisce arte, tecnologia e scienza in un’innovativa interpretazione visiva e tecnologica. L’esposizione, pratrocinata dalla Provincia e dal Comune di Cosenza, celebra la straordinaria tradizione artistica dei Cosmati, maestri medievali che hanno trasformato il mosaico greco-romano in un linguaggio di simbolismo, geometria e bellezza senza tempo. La mostra intreccia arte, architettura e tecnologia, mostrando come i principi matematici e l’estetica dei Cosmati continuino a influenzare l’arte il design contemporaneo e la nostra percezione della bellezza. Il progetto nasce da una lunga storia di ricerca fra arte e scienza dei Professori Eleonora Bilotta e Pietro Pantano nel Laboratorio di Modellazione Matematica e Scienze Cognitive (LMSC) del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria. Uno dei primi risultati sui mosaici cosmateschi è il volume “Digital Cosmati: Dialoghi tra Simbologia, Filosofia e Arte Contemporanea”, uscito aNovembre 2024,e pubblicato nella versione multimediale sfogliabile al seguente link https://www.flipsnack.com/artonworld/digital-cosmati/full-view.html e cartacea daArtonWorld Green Luxury Edition, edizione speciale della collana Le Perle del magazine internazionale ArtonWorld.com. Da qui l’idea di dar vita ad una mostra che funge da tributo alla scienza eoffre ai visitatori una straordinaria esperienza immersiva, regalando loro l’opportunità di esplorare il passato attraverso strumenti interattivi, giochi educativi e ambienti virtuali. Il progetto si propone come un’esperienza educativa moderna e accessibile a tutte le fasce d’età, unendo la tradizione storica e artistica a tecnologie innovative per una comprensione più profonda dell’eredità dei Cosmati. Al centro dell’esposizione, vi è un ambiente 3D – arricchito da un avatar connesso a una base di conoscenza di intelligenza artificiale e fruibile anche da smartphone – che consente ai visitatori di immergersi in un’esperienza multisensoriale e interattiva. La proposta è multisensoriale, multimediale, e si completa con la possibilità di sperimentare giochi educativi, sviluppati per approfondire il periodo storico dell’alto Medioevo e offrire agli studenti (e non solo) un viaggio didatticamente coinvolgente tra arte, storia e tecnologia. Un avatar guida il pubblico in quest’universo digitale, dove antiche geometrie e creatività contemporanea si incontrano, invitando a riflettere su come il patrimonio culturale possa diventare motore di conoscenza. Le opere di Bilotta e Pantano si basano su una rielaborazione digitale delle forme cosmatesche, creando un ponte significativo tra l’antico e il contemporaneo. La sperimentazione artistica di Eleonora Bilotta affiancata dallo studio scientifico e matematico di Pietro Pantano si sviluppa nell’uso di algoritmi generativi che permettono, se utilizzati molte volte un processo di frattalizzazione dei modelli Cosmateschi. Questo procedimento digitale si distingue per la capacità di generare immagini sempre nuove e irripetibili, che non possono mai essere replicate esattamente. Un approccio che esalta unicità e imprevedibilità, risvegliando l’immaginazione e la creatività di produzione, offrendo la possibilità di esplorare prospettive artistiche sempre nuove e di riscoprire il valore delle opere Cosmatesche. Quello che ne scaturisce è un viaggio interdisciplinare che unisce storia, arte, geometria e innovazione. Il digitale diventa uno strumento per un’inedita espressività creativa. Il progetto offre un binomio unico di esperienze fisiche e virtuali: una fisica, con opere tangibili, e una virtuale, che offrirà esperienze immersive attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, con video e videogiochi, tutti ispirati alla storicità dei mosaici dei Cosmati. La sezione fisica è composta da 60 opere digitali dalle forme e cromie accattivanti ed ipnotiche, che interpretano l’iconografia dei Cosmati, realizzate da Eleonora Bilotta. Alcune immagini sono state stampate su texture diverse dalle tele come pannelli di alluminio di grande formato, si creano, così, nell’ambiente espositivo installazioni originali e coinvolgenti che interpretano i motivi Cosmati. I visitatori potranno ammirare in ambienti 3D dedicati i pavimenti, rivestimenti per interni di lusso, preziose stoffe che si trasformano in abiti originali, sciarpe, tappeti e oggetti per l’interior design unici nel loro genere, tutti questi oggetti sono ottenuti con la stessa tecnica e iconografia dei Cosmati. La sezione virtuale, invece, presenta un avatar collegato ad un sistema di intelligenza artificiale che guiderà il visitatore alla comprensione della mostra. L’esposizione permette altresì di esplorare con il supporto di contenuti multimediali e QrCode interattivi, e ricostruzioni virtuali storici come la bellissima Chiesa degli Ottimati di Reggio Calabria. L’esplorazione dell’ambiente virtuale farà ammirare la bellezza architettonica e artistica di questo luogo sconosciuto ai più, unico esempio di pavimento cosmatesco in Calabria. Si afferma così che questo progetto espositivo punta a valorizzare la cultura e l’arte del patrimonio calabrese. I video e i giochi didattici con le attività creative connesse stimolano il pensiero critico, l’orientamento spaziale e la cooperazione. Inoltre, grazie alla presenza di QR Code interattivi sparsi lungo il percorso espositivo, i visitatori potranno utilizzare i loro smartphone per accedere a spiegazioni audio e contenuti multimediali offerti da veri e propri Avatar, che approfondiscono la storia e i dettagli tecnici delle opere. Inoltre, l’esposizione stessa sarà virtualizzata, offrendo un tour interattivo accessibile durante e dopo la visita. La rassegna celebra anche l’arte attuale con la Digital Art: offre al pubblico un’opportunità per riflettere sul rapporto tra arte e scienza e di quanto sia importante l’attività di ricerca universitaria. Si desidera creare una rete multimediale nuova con collegamenti importanti fra università e territorio offrendo occasioni di sviluppo culturale, interdisciplinare, digitale e sostenibile. Presentata per la prima volta nelle prestigiose Sale Espositive della Provincia di Cosenza, la mostra si prepara ad essere ospitata in altre località della Calabria e a viaggiare in altre regioni italiane. Inoltre ha già suscitato interesse all’estero, grazie al catalogo digitale, con una richiesta per una sua esposizione negli USA e in Germania. INFORMAZIONI UTILI TITOLO MOSTRA: Digital Cosmati: Dialoghi tra Simbologia Filosofia e Arte Contemporanea Inaugurazione: 03 marzo 2025 ore 12 Dove: Le Sale Espositive della Provincia di Cosenza INGRESSO GRATUITO CONTATTI:Le Sale Espositive della Provincia di Cosenza via Corso Telesio 17 Resonsabile Sale: e- mail: rbenigno@provincia.cs.it SITO WEB: https://www.provincia.cs.it/portale/mam/ Contatti: Laboratorio Di Modellazine e Scienze Cognitive ​ Dipartimnto di Fisica, Unical Calabria

“Unpleasant Doubt or RidiculousCertainty? There Is No Attributive Monopoly on Artworks”

Nell’esercizio della mia professione mi è capitato di assistere a scontri frontali non solo tra componenti di uno stesso Archivio, Comitato o Fondazione («enti certificatori», di varia origine e composizione, i cui «responsi» sono tendenzialmente ritenuti autorevoli), ma anche tra le opinioni espresse dall’ente certificatore e le conclusioni, spesso di matrice rigorosamente scientifica, raggiunte da studi di diagnostica applicata all’arte o da grafologi esperti. Né sono mancate battaglie interne, tra enti certificatori afferenti all’opera di uno stesso artista. Occorre fare ordine.La perizia d’arte è un’analisi dell’opera d’arte compiuta da un esperto, più o meno riconosciuto, al fine di pervenire, con il miglior grado di approssimazione possibile, alla designazione di epoca, paternità e valore venale.Si distingua poi tra autenticazione (espressione di un parere tecnico circa la paternità) e accreditamento (attestazione di un parere tecnico o di altre circostanze esterne che possono indurre ad una attribuzione di paternità). La perizia che contempli anche la stima di un bene può definirsi estimativa, a differenza della valutazione che mira a stabilire autenticità e paternità del dipinto, propriamente detta expertise. L’expertise, che non ammette per legge posizioni attributive monopolistiche, le quali purtroppo si sono invece imposte nella prassi in modo e in misura aberranti, è una libera manifestazione del pensiero (espressione di una opinione) costituzionalmente tutelata (art. 21 Cost.).Il «conoscitore», soprattutto nel caso dell’arte antica, si vale del proprio occhio per assegnare l’opera ad un determinato autore, ma si ritiene oggi altresì molto rilevante l’indagine scientifica, con perizia grafologica sulla firma e vari esami diagnostici, ad esempio sui supporti e sui pigmenti. Infine, assai utile può rivelarsi la ricerca d’archivio e l’indagine a ritroso sulla “storia esterna dell’opera”.Sono tutte procedure d’indagine necessarie tanto agli operatori di mercato, quanto ai collezionisti e ai musei. Passiamo ora all’art. 64 del Codice dei beni culturali (d. lgs. n. 42/2004), a norma del quale «chiunque esercita l’attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti di antichità, o di interesse storico od archeologico […] ha l’obbligo di consegnare all’acquirente la documentazione attestante la autenticità o, almeno, la probabile attribuzione e la provenienza delle opere medesime; ovvero, in mancanza, di rilasciare […] una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull’autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell’opera e dell’oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi». LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO In my professional practice, I have witnessed direct confrontations not only among members of the same Archive, Committee, or Foundation (“certifying bodies” of various origins and compositions, whose “responses” are generally considered authoritative) but also between the opinions expressed by the certifying body and the conclusions, often strictly scientific, reached by studies in art diagnostic techniques or expert graphologists. There have also been internal battles among certifying bodies dealing with the works of the same artist. It’s time to bring some clarity.An art appraisal is an analysis of an artwork conducted by an expert—recognized to varying degrees—in order to determine, with the best possible approximation, the period, authorship, and market value.One must distinguish between authentication (an expert’s technical opinion on authorship) and accreditation (certification of a technical opinion or other external circumstances that may suggest an attribution). Appraisals that also include an estimation of the object’s value can be called estimative, in contrast to evaluations aimed at determining authenticity and authorship, properly referred to as expertise. Expertise, which by law does not allow monopolistic attributional positions—though such practices have unfortunately taken root in an aberrant way—is a constitutionally protected free expression of thought (Article 21 of the Italian Constitution).The “connoisseur,” especially in the case of ancient art, uses their trained eye to attribute the work to a specific artist. However, scientific investigation is now considered equally significant, including graphological analysis of signatures and various diagnostic tests, such as those on supports and pigments. Additionally, archival research and backtracking the “external history of the artwork” can prove extremely valuable.These investigative procedures are essential for market operators, collectors, and museums alike.Let us now examine Article 64 of the Code of Cultural Heritage (Legislative Decree No. 42/2004), which states that “anyone engaging in public sales, exhibitions for commercial purposes, or intermediation aimed at selling paintings, sculptures, graphic works, or objects of antiquity or of historical or archaeological interest […] is required to provide the buyer with documentation certifying the authenticity or, at least, the probable attribution and provenance of the items; or, if unavailable, to issue […] a declaration containing all available information regarding authenticity, probable attribution, and provenance. Where possible, in relation to the nature of the artwork or object, this declaration must be affixed to a photographic copy of the items.” TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

MAB – Bilotti Open-Air Museum (MAB) : Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona’s Commitment to preserving Carlo Bilotti’s Legacy

A Cosenza il Museo all’Aperto Bilotti (MAB) è un gioiello d’arte contemporanea a cielo aperto, rappresenta uno dei più prestigiosi percorsi artistici italiani, un tesoro d’arte contemporanea unico nel suo genere. Nato dalla visione e dalla generosità di Carlo Bilotti, celebre collezionista e mecenate di origini calabresi che ha vissuto a New York da Presidente Pierre Cardin e a Parigi da Presidente Nina Ricci. Il MAB è un regalo straordinario alla città di Cosenza e al suo territorio. Ricordo il giorno della sua inaugurazione. Un evento speciale per tutta la Calabria e per chi ama la cultura, ho pensato ai giovani alla possibilità di studiare le opere da vicino, che meraviglia!! Un pò di Storiaa cura di Roberto Bilotti Ruggi D’AragonaInaugurato il 1° settembre 2004 con un protocollo d’intesa tra il Comune e Carlo Bilotti, questo museo senza pareti trasforma il centro urbano di Cosenza in una galleria d’arte permanente lungo Corso Mazzini, oggi completamente pedonalizzato. Il percorso ospita circa 40 sculture di alcuni tra i più grandi artisti del XX secolo, creando un suggestivo dialogo tra arte, architettura e la vita quotidiana. Un’esperienza artistica – storica esclusivaIl MAB si distingue per il valore delle sculture contemporanee come il terzo museo italiano godibile all’aperto, dopo il Museo del Palazzo Reale di Milano e il Museo di Firenze. Passeggiare tra queste opere scultoree, immerse nella vita cittadina, è un privilegio raro che trasforma ogni visita in un viaggio nella bellezza e nella creatività. È un luogo dove l’arte respira insieme al territorio, rendendo l’esperienza dei visitatori non solo estetica, ma anche profondamente emozionale. Come ogni anno per i giorni della MEMORIA, in Italia si ricorda il 27 gennaio, desideriamo far onoscere al pubblico di tutto il mondo la testimonianza di Giulia Mafai nota costumista e scenografa italiana scomparsa nel 2021, figlia di due grandi artisti Mario Mafai e Antonietta Raphel, per conoscere e apprezzare l’opera “Le tre sorelle” esposta alla Biennale di Venezia 1948, quest’opera raffigura le figlie di Mafai inclusa Giulia che parla in un campo di concentramento, questa opera l’abbiamo donata a Cosenza sia per il campo di Ferramonti che per il Cafarone, ghetto di Cosenza; da questa scultura affermava Giulia Mafai è stato tratto un bronzo che abbiamo dato al museo ebraico di Roma. Altra opera straordinaria per bellezza e significato è la “Maternità”, la madre protegge la figlia come se volesse rimetterla nel grembo materno per farle da scudo con il proprio corpo, invece l’opera “Toro Morente” interpreta gli ebrei uccisi in campo di concentramento. Inseriamo in questa pubblicazione la testimonianza di Giulia Mafai, una delle tre sorelle scampate al campo di concentramento. Un progetto di coesione sociale e innovazione culturaleIl MAB è stato definito dal Presidente Unesco Gianni Puglisi come “un patrimonio culturale d’interesse pubblico avente valore di civiltà”, e nel 2019, con Decreto del Ministero per i Beni Culturali, è stato riconosciuto di interesse particolarmente importante, per il suo carattere artistico e il valore identitario che esprime.Le sculture esposte raccontano la straordinaria vitalità artistica del Novecento: dai futurismi di Giacomo Balla, ai richiami classici di Giorgio de Chirico, dal surrealismo di Salvador Dalì al rigore astratto di Pietro Consagra. Ogni opera testimonia la creatività, le tensioni e i sogni del “secolo breve”, un periodo che ha visto drammi profondi e altrettanti slanci di rinascita. LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO In Cosenza, the Bilotti Open-Air Museum (MAB) is an open-air contemporary art jewel, representing one of the most prestigious Italian artistic paths, a unique contemporary art treasure. Born from the vision and generosity of Carlo Bilotti, a famous collector and patron of Calabrian origins who lived in New York as President Pierre Cardin and in Paris as President Nina Ricci. The MAB is an extraordinary gift to the city of Cosenza and its territory. I remember the day of its inauguration. A special event for all of Calabria and for those who love culture, I thought of the young people at the possibility of studying the works up close, how wonderful!! A bit of Historyby Roberto Bilotti Ruggi D’AragonaInaugurated on September 1, 2004 with a memorandum of understanding between the Municipality and Carlo Bilotti, this museum without walls transforms the urban center of Cosenza into a permanent art gallery along Corso Mazzini, today completely pedestrianized. The route hosts about 40 sculptures by some of the greatest artists of the 20th century, creating a suggestive dialogue between art, architecture and everyday life. An exclusive artistic – historical experienceThe MAB stands out for the value of contemporary sculptures as the third Italian museum that can be enjoyed outdoors, after the Museum of the Royal Palace in Milan and the Museum of Florence. Walking among these sculptural works, immersed in city life, is a rare privilege that transforms every visit into a journey into beauty and creativity. It is a place where art breathes together with the territory, making the visitor experience not only aesthetic, but also deeply emotional. As every year for the days of REMEMBRANCE, in Italy we remember January 27, we want to make known to the public around the world the testimony of Giulia Mafai, a well-known Italian costume designer and set designer who passed away in 2021, daughter of two great artists Mario Mafai and Antonietta Raphel, to know and appreciate the work “The three sisters” exhibited at the Venice Biennale 1948, this work depicts Mafai’s daughters including Giulia who speaks in the concentration camp, we donated this work to Cosenza both for the Ferramonti camp and for the Cafarone, ghetto of Cosenza; from this sculpture Giulia Mafai stated a bronze was made that we gave to the Jewish museum in Rome. Another extraordinary work for beauty and meaning is “Maternity”, the mother protects her daughter as if she wanted to put her back in the mother’s womb to shield her with her own body, instead the work “Dying Bull” interprets the Jews killed in the concentration camp. We include in this publication the testimony of Giulia Mafai, one of the three sisters who escaped

Consuelo Kanaga: Catch the Spirit

Consuelo Kanaga: “Catch the Spirit” presenta la prima retrospettiva sulla West Coast dedicata a questa figura centrale ma spesso trascurata nella storia della fotografia moderna. Artista attiva tra San Francisco e New York, Consuelo Kanaga è stata una delle prime donne a lavorare come fotoreporter per un importante quotidiano, il San Francisco Chronicle, negli anni ’10. Negli anni ’30, si è associata a collettivi fotografici influenti, tra cui il Group f.64 nella Bay Area e la Photo League a New York. Nel corso di sei decenni, Kanaga ha promosso il valore artistico della fotografia e documentato temi sociali urgenti, dalla povertà urbana ai diritti dei lavoratori, dal terrore razziale all’ingiustizia sociale. Il suo lavoro resta potente e attuale ancora oggi. LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO Consuelo Kanaga: Catch the Spirit marks the first West Coast retrospective of this pivotal yet often overlooked figure in the history of modern photography. A bi-coastal artist based in both San Francisco and New York, Consuelo Kanaga was one of the first women to work as a photojournalist for a major daily newspaper, the San Francisco Chronicle, in the 1910s. In the 1930s, she became involved with several influential photographer collectives, including Group f.64 in the Bay Area and the Photo League in New York. Over six decades, Kanaga championed the artistic value of photography while documenting critical social issues, including urban poverty, workers’ rights, racial terror, and inequality. Her work remains as powerful and relevant today as it was during her lifetime. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Interview with Guillaume Piens, Director of Art Paris

“Immortal: A Focus on Figurative Painting in France” esplorerà il contesto storico e le influenze degli artisti figurativi francesi. Quali artisti o opere ritieni incarnino meglio il legame tra la pittura figurativa contemporanea e i maestri del passato?L’idea con i curatori ospiti Amélie Adamo e Numa Hambursin era di mostrare come la pittura figurativa sia stata in effetti un elemento permanente in Francia sin dal dopoguerra. La selezione di 30 artisti scelti a questo scopo va da artisti pionieristici come Jean Hélion alla nuova figurazione degli anni ’60 e ’70, in particolare il movimento della figurazione narrativa con artisti come Dado, Gérard Schlosser, Sabine Monirys. Continua fino agli anni ’80 e alla figurazione libre, rappresentata da Robert Combas, prima di presentare la nuova generazione con Dhewadi Hadjab, Laurent Proux e Barbara Navi tra gli altri.In che modo le differenze generazionali tra gli artisti selezionati per “Immortal” influenzeranno la visione curatoriale complessiva, considerando che alcuni provengono da contesti molto diversi in termini di stile e tecnica?Questo focus evidenzia una resistenza all’idea che “la pittura sia morta”, una convinzione che attraversa le generazioni dimostrando che questo dialogo intergenerazionale non è mai cessato. Mette anche in mostra la diversità delle pratiche attuali. Dopo essere stata lasciata fuori al freddo per molti anni sia dai critici che dalle istituzioni, la pittura figurativa ha visto una rinascita di interesse in Francia dal 2020 e una nuova generazione di artisti si è fatta un nome con successo. Secondo Amélie Adamo, questi artisti “situano la loro pratica in relazione alla lunga storia dell’arte, pur assumendo la natura paradossale della loro posizione: non sono solo gli eredi di una tradizione secolare tramandata dai grandi maestri, ma possono anche riflettere sulle trasformazioni rivoluzionarie che l’immagine ha subito. Possono attingere alla tradizione, mentre confondono i confini della discendenza guardando alla cultura popolare e alle nuove scuole di pensiero per trarre ispirazione. E infine, possono immergersi nel fascino dell’arte contemporanea per l’ibridazione, pur insistendo sulla necessità del rigore formale.Il settore “Promises” ha visto una partecipazione crescente di gallerie giovani e internazionali. Come vede l’evoluzione di questo spazio dedicato alle gallerie emergenti rispetto alle edizioni precedenti? Quali tendenze stanno emergendo da questi nuovi attori?Il settore Promises per le gallerie giovani e gli artisti emergenti sta effettivamente crescendo in termini di dimensioni con 25 gallerie invece di 9 e una nuova sede sui balconi che si affacciano sulla navata centrale del Grand Palais. La selezione è stata affidata alle abili mani del curatore della mostra Marc Donnadieu, che è anche membro del comitato di selezione di Art Paris. Siamo lieti dell’ampia gamma di paesi rappresentati. Il 59% delle gallerie espositrici proviene da fuori dalla Francia: Sudafrica, Belgio, Canada, Kuwait, Italia, Giappone, Hong Kong, Guatemala, Regno Unito, Singapore e Slovacchia. Tra le tendenze degne di nota c’è la pittura figurativa con artisti come Killion Huang (Edji Gallery), Israfil Ridhwan (Cuturi) e Nour Elbasuni (Hunna Art), che affrontano questioni di identità e genere. Anche la natura è un argomento di interesse, come si vede nel lavoro di Marco Emmanuele (22,48 m2) e Ilanit Illouz (Galerie Anne-Laure Buffard), così come l’artigianato esemplificato dall’uso del tessuto da parte dell’artista sudafricano Bulumko Mbete (The Bridge Gallery) e della ceramica di Yoann Estevenin (La peau de l’ours). LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA “Immortal: A Focus on Figurative Painting in France” will explore the historical context and influences of French figurative artists. Which artists or works do you believe best embody the connection between contemporary figurative painting and the masters of the past?The idea with guest curators Amélie Adamo and Numa Hambursin was to show how figurative painting has in fact been a permanent fixture in France ever since the postwar period. The selection of 30 artists chosen to this end goes from pioneering artists like Jean Hélion to new figuration in the 60s and 70s, notably the figuration narrative movement with artists, such as Dado, Gérard Schlosser, Sabine Monirys. It continues through to the 1980s and figuration libre – represented by Robert Combas – before showcasing the new generation with Dhewadi Hadjab, Laurent Proux and Barbara Navi amongst others.How will the generational differences among the artists selected for “Immortal” influence the overall curatorial vision, considering that some come from very different contexts in terms of style and technique?This focus highlights a resistance to the notion that ‘painting is dead’, a belief that crosses generations proving that this intergenerational dialogue has never ceased. It also showcases the diversity of current practices. Having been left out in the cold for many years by both critics and institutions, figurative painting has seen a resurgence of interest in France since 2020 and a new generation of artists have successfully made a name for themselves. According to Amélie Adamo, these artists “situate their practice in relation to the long history of art, while taking onboard the paradoxical nature of their position: they are not only the heirs to an age-old tradition handed down from the grand masters, but they can also reflect upon the revolutionary transformations the image has undergone. They can draw on tradition, while blurring the lines of descent by looking to popular culture and new schools of thought for inspiration. And finally, they can immerse themselves in contemporary art’s fascination with hybridity, while insisting on the necessity for formal rigour.The ‘Promises’ sector has seen increasing participation from young and international galleries. How do you see the evolution of this space dedicated to emerging galleries compared to previous editions? What trends are emerging from these new players?The Promises sector for young galleries and emerging artists is indeed growing in scale with 25 galleries instead of 9 and a new location on the balconies overlooking the central nave at the Grand Palais. The selection was placed in the capable hands of exhibition curator Marc Donnadieu, who is also a member of the Art Paris selection committee. We are delighted with the wide range of countries represented. 59% of the exhibiting galleries are from outside France: South Africa, Belgium, Canada, Kuwait, Italy, Japan, Hong Kong,

Conversazione con Roberto Bilotti sul legame tra Andy Warhol e uno dei suoi più importanti collezionisti e committente Carlo Bilotti in occasione della mostra “Andy Warhol-Pop Art Revolution” presso il Museo del Presente di Rende

Ecco delle domande rivolte a Roberto Bilotti nipote di Carlo Bilotti e continuatore della sua missione mecenatistica e museale. Andy Warhol e Carlo Bilotti nello studio 1982 con la serie famosa Warhol verso De Chirico, commissionata da Bilotti Quali i motivi della mancata inclusione dell’opera di Warhol ritratto delle due cosentine, Lisa e Tina Bilotti e di altre opere significative di Warhol notoriamente nella vostra collezione che ha la sua matrice culturale e collezionistica proprio qui, sul nostro territorio? Nel contesto della mostra patrocinata dal Comune di Rende e finanziata con risorse PAC 2014/ 2020- Az. quali sono stati i criteri utilizzati per selezionare le opere esposte? Come mai non è stato preso in considerazione il prestito del doppio ritratto che testimonia una relazione così significativa tra Warhol e la nostra Terra? Il loro inserimento avrebbe consentito di conoscere il collezionismo locale, raro a livelli internazionali, un percorso che qui ha avuto il suo esordio e si è sviluppato con significative committenze allo stesso Warhol e che avrebbe comportato non solo valenza scientifica ma anche un risparmio di denaro pubblico. La collezione Bilotti ha le sue radici culturali a Cosenza, qui è maturata e poi all’estero si è ampliata interagendo con artisti internazionali. E’ noto che la raccolta include molte opere storiche di Warhol, intere serie commissionate direttamente tra le quali: Elvis I 1962; Elvis 2 times 1963; Red and yellow Orchid 1979; Shoes I e II 1980; Gun 1981; Dollar Sign I e II 2 times 1982; la serie Myths; Camouflage lunghi 10 metri e 16 x 203 ciascuno le sue più grandi opere; Lobster 2 times 1982; Champagne glasses 1982; La grande passion with flowers 1984; Rorschach 4 times 1984; Repent and sin No more I and II 1985 e 1986; Jeans label I and II 1986; self portrait 1986; Mao; Liz Taylor; Campbells; “Warhol verso de Chirico” 1982 e “Mimosa e Ylang Ylang” commissionata da Carlo Bilotti da presidente della Pierre Cardin, dalle essenze di questi fiori si ricavano i profumi femminili Pierre Cardin e con le opere veniva data forma alle essenze. Anche se questa mostra è stata confezionata fuori e qui importata credo andrebbe comunque rimodulata al luogo di accoglienza individuando le connessioni. Saranno esposti i ritratti di Marilyn, Elvis, Liz Taylor, Liza Minnelli e Regina Schrecker, ma Warhol nel 1981 aveva ritratto anche due cosentine, che qui hanno vissuto, dove avevano amici con i quali interagivano e, magari visitatori attraverso questi ritratti potrebbero sentire l’artista più familiare non solo legato ai grandi miti americani che comunque sono anche presenti in collezione Bilotti. Avremmo prestato volentieri le opere per la mostra nella nostra terra come abbiamo già fatto nel 2005. A parte il significato specifico per il territorio, il ritratto di Lisa e Tina Bilotti è considerato dalla critica un capolavoro, ricorrentemente icona dei musei capitolini al quale affidare la pubblicità del polo museale. Un raro doppio ritratto, l’unico di una madre con la figlia. Lisa amava moltissimo Cosenza, e trascorreva tutte le vacanze a Sangineto dove era ospite fisso Mimmo Rotella e altri artisti. E’ morta a 20 anni di leucemia a New York nel dipartimento di trapianto di midollo osseo che oggi porta il suo nome, ha chiesto di tornare a Cosenza dove è sepolta continuando a vivere nel suo operato umanitario, nelle fondazioni da lei istituite e nel ritratto di Warhol. “La testimonianza di Roberto Bilotti, componente del Comitato scientifico della Soprintendenza capitolina e mecenate, racconta la relazione personale tra suo zio Carlo Bilotti e Andy Warhol, evidenziando il legame unico con l’artista. Non ritiene che includere il ritratto di Lisa e della figlia Bilotti avrebbe arricchito la mostra, dando una prospettiva più intima e personale della figura di Warhol e del rapporto con il territorio? E’ lo stesso Andy Warhol in una intervista rilasciata alla rivista “Oggi” nel 1988 che definisce “un amico intimo è l’industriale di cosmetici e profumi Carlo Bilotti” , l’articolo continua “pochi possono dire di aver conosciuto Andy Warhol, una “sfinge” anche per i suoi più stretti collaboratori”. Chi ha visitato il museo nel Castello di Rende non può non conoscere queste vicende culturali, infatti vi è una sezione dedicata a Andy Warhol, ai suoi progetti sviluppati in stretta interazione con Carlo Bilotti, all’ampia visione dell’arte come veicolo di comunicazione e interpretazione dei comparti produttivi. Carlo Bilotti nato a Cosenza nel 1934 lavorava nelle industrie di famiglia coinvolgendo da subito artisti anche locali fondendo processi artistici, economici e sociali. Aveva capacità, riconosciuta dalla critica, di coniugare espressioni dai diversi mondi di appartenenza sviluppando un inedito linguaggio comunicazionale. Così i prodotti venivano comunicati attraverso il linguaggio artistico i prodotti dalle cartiere a Cosenza e Monfgrassano, segherie dei legnami nelle proprietà silane di Caprara, Fago del Soldato, La Poverella, Gisbarro, Caporose, Serra Candele, Camporotondo, Verberano e Villa Bilotta, feltrifici, liquerizia, pomodori in scatola, laterizi nei pressi del castello di Serragiumenta. Alle industrie del padre Mario si aggiungeva quelli della madre Edvige Miceli dei baroni di Serradileo con la produzione serica (Industria cosentina in piazza Riforma) e saponifici (Cardamone tra via Popilia e Via Bari) una peculiarità che ha dato impronta innovativa culturale artistica industriale alla civiltà cittadina. Su questa scia e dal connubio Bilotti-Warhol nasceranno una serie di celebri serie che hanno radici sul nostro territorio, un linguaggio comune nella celebre serie Mimosa e Ylang Ylang fiori dalle cui essenze si ricavano i profumi femminili Pierre Cardin di cui Bilotti era presidente. Da presidente di Nina Ricci a Parigi commissionerà a Niki de Saint Phalle bottiglie antropomorfe per profumi. Andy Warhol e la serie famosa Warhol verso De Chirico Warhol ha sempre sottolineato l’importanza dei suoi legami con le persone, come dimostrato dai ritratti che ha realizzato. Come mai, in una mostra che si propone di esplorare l’artista, non si è cercato di includere un’opera che rappresenta una testimonianza diretta di una delle sue relazioni più importanti con la famiglia calabrese Bilotti? Il doppio ritratto è stato esposto nel 2005 a Cosenza nell’ambito della mostra “da Picasso a Warhol”, nel Complesso Monumentale

MANU IL GATTO PALLAS – MANU PALLAS’S CAT

La Prevenzione – The PredictionCOMUNICATO STAMPA Un’avventura visiva tra natura, arte e sostenibilità per sensibilizzare sulla salvaguardia di una specie a rischio di estinzione Presentazione ufficiale10 gennaio 2025, ore 16.00 – 19.00Palazzo Merulana – Quarto PianoVia Merulana 121, Roma Palazzo Merulana ospiterà la presentazione del volume Manu il Gatto Pallas – Manu Pallas’s Cat. La Prevenzione – The Prediction, scritto da Alessandro Vanzo e pubblicato da ArtonWorld Edizioni – Green Luxury Editioni. L’evento sarà condotto da Carmela Brunetti, Editrice e Direttrice Responsabile di ArtonWorld, e da Alessandro Conte, Direttore Responsabile di Bookreporter. Durante la presentazione, alcune pagine del volume saranno proiettate su grande schermo, offrendo al pubblico un’anteprima della versione multimediale. L’autore Alessandro Vanzo commenta: “L’arte, nelle sue molteplici forme, rappresenta la forza che tutto connette, riflettendo la magia di un gioco di specchi. Manu, ambasciatore della biodiversità, racconta l’armonica unione delle forme di vita attraverso immagini infinite. Ho voluto dare valore al nostro incontro tra arte e narrativa, diffondendo conoscenza attraverso un’esperienza di creatività multimediale e un’edizione elegante come la Green Luxury, disponibile per l’acquisto nell’area bookshop.” Un’opera che coniuga arte, narrazione e impegno ambientaleAlessandro Vanzo ha scelto Roma per il debutto della versione Luxury con l’intento di creare una rete di appassionati della natura e della tutela delle specie a rischio. Manu il Gatto Pallas non è solo un libro, ma un’esperienza che intreccia arte e sostenibilità, ponendo al centro la salvaguardia del gatto di Pallas (*Otocolobus manul*), uno dei felini selvatici più antichi e oggi in pericolo di estinzione. Una storia per tutte le generazioniL’opera si rivolge a un pubblico ampio, dai bambini agli adulti, e si distingue per il suo innovativo formato Upside Down – Sottosopra, che offre due narrazioni complementari: – Da un lato, la storia di Manu, il Gatto di Pallas, che conduce il lettore in un viaggio simbolico attraverso l’evoluzione della specie e le sfide della natura.– Dall’altro, una riflessione sulla biodiversità e sull’importanza di proteggere le specie animali minacciate. Manu diventa così non solo il protagonista di una storia affascinante, ma anche una metafora di resilienza e della necessità di preservare la biodiversità. Un evento aperto al pubblicoUn’occasione unica per scoprire un’opera che ispira alla protezione del nostro pianeta attraverso la bellezza dell’arte e della narrazione. Per maggiori informazioni: Palazzo Merulana | Via Merulana 121, Romasito web, https://www.palazzomerulana.it/ArtonWorld Edizioni – Green Luxury EditionEmail: info@artonworldSito web: https://www.ArtonWorld.com/ Vi aspettiamo per un’esperienza unica tra arte, natura e sostenibilità. PRESS RELEASE (English version) A visual journey through nature, art, and sustainability to raise awareness about the protection of an endangered species Official PresentationJanuary 10, 2025, 4:00 PM – 7:00 PMPalazzo Merulana – Fourth FloorVia Merulana 121, Rome Palazzo Merulana will host the presentation of the book Manu il Gatto Pallas – Manu Pallas’s Cat. La Prevenzione – The Prediction, written by Alessandro Vanzo and published by ArtonWorld Edizioni – Green Luxury Edition. The event will be conducted by Carmela Brunetti, Publisher and Editor-in-Chief of ArtonWorld, and Alessandro Conte, Editor-in-Chief of Bookreporter. During the presentation, selected pages from the book will be projected on a large screen, offering the audience a preview of the multimedia edition. Author Alessandro Vanzo comments:“Art, in its many forms, represents the force that connects everything, reflecting the magic of a play of mirrors. Manu, ambassador of biodiversity, narrates the harmonious union of life forms through endless images. I wanted to highlight the value of our encounter between art and storytelling, spreading knowledge through a multimedia creative experience and an elegant edition like the Green Luxury, available for purchase in the bookshop area.” A work that combines art, storytelling, and environmental commitmentAlessandro Vanzo has chosen Rome for the debut of the Luxury Edition, aiming to create a network of nature enthusiasts and advocates for the protection of endangered species. Manu Pallas’s Cat is not just a book but an experience intertwining art and sustainability, focusing on the protection of the Pallas’s cat (Otocolobus manul), one of the oldest wild felines, now at risk of extinction. A story for all generationsThe book addresses a broad audience, from children to adults, and stands out for its innovative Upside Down format, offering two complementary narratives: Manu becomes not only the protagonist of a fascinating story but also a metaphor for resilience and the urgent need to preserve biodiversity. An event open to the publicA unique opportunity to discover a work that inspires the protection of our planet through the beauty of art and storytelling. For more information:Palazzo Merulana | Via Merulana 121, RomeWebsite: https://www.palazzomerulana.it/ArtonWorld Edizioni – Green Luxury EditionEmail: info@artonworld.comWebsite: https://www.ArtonWorld.com/ Join us for a unique experience blending art, nature, and sustainability.

Continuano le vicende che portano sotto i riflettori la mostra italiana dedicata al Futurismo allestita alla GNAM di Roma

Aloni di mistero avvolgono “Forme uniche” di Boccioni esclusa dalla mostra sul Futurismo a causa di una controversia sulla didascalia Carmelita Brunetti*editore e Direttore Responsabile della testata internazionale ArtonWorld.com La scultura “Forme uniche della continuità nello spazio” di Umberto Boccioni, emblema del Futurismo e presente sulla moneta da 20 centesimi, è stata rimossa dalla mostra dedicata al movimento futurista alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM) di Roma. La decisione è stata presa il 12 dicembre 2024, dopo che il collezionista Roberto Bilotti d’Aragona, proprietario dell’opera, aveva formalmente diffidato il Ministero della Cultura dall’esporla con la didascalia proposta, ritenuta errata sotto il profilo scientifico e storico. Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio La didascalia contestata descriveva l’opera come un “surmoulage (riproduzione) del 2011”, un termine che Bilotti ha giudicato fuorviante. Il surmoulage è infatti una fusione effettuata a partire da un bronzo già esistente, non una riproduzione in senso generico. Bilotti ha richiesto che l’opera fosse esposta con la dicitura “1913 (2011)”, come per altri bronzi postumi dell’artista, per indicare il legame tra l’opera originale e la sua realizzazione successiva, autorizzata dagli eredi di Boccioni. La controversia si è inasprita poiché, secondo Bilotti, l’uso del termine “riproduzione” sminuiva il valore storico dell’opera, che rappresenta uno dei pilastri del Futurismo. Nonostante le obiezioni espresse prima dell’inaugurazione della mostra, gli organizzatori hanno scelto di mantenere la formulazione contestata. Questo ha portato alla diffida ufficiale del 10 dicembre, seguita dal ritiro della scultura due giorni dopo. La rimozione della scultura ha suscitato preoccupazioni circa la gestione scientifica della mostra, che non si avvale di un comitato di esperti del Futurismo. In un comunicato, la direttrice della GNAM, Renata Cristina Mazzantini, ha confermato la rimozione, invitando il proprietario a ritirare l’opera in seguito al dissenso sollevato. La vicenda pone interrogativi sulla gestione del patrimonio artistico e sulle modalità di esposizione delle opere storiche, sollevando un acceso dibattito sulla corretta interpretazione e valorizzazione delle opere d’arte. Come si possono commettere delle azioni così scorrette o improprie di fronte ad un’opera fra le più famose di Umberto Boccioni ? Forme uniche della continuità nello spazio, 1913, il celebre bronzo di Boccioni che viene esposto ad intermittenza in questa mostra e che tutti riconoscono come sua opera autentica e fra le più significative del futurismo. Per chiarire alcuni punti sulla intricata vicenda ne abbiamo parlato ancora con il prestatore dell’opera Roberto Bilotti d’Aragona Puoi raccontarci il tuo punto di vista sulla vicenda?Secondo te in che modo la mostra interpreta lo spirito del Futurismo? Roberto Ruggi D’Aragona: Il Tempo del Futurismo si presenta come un’esperienza polifonica, che intreccia arte, scienza e tecnologia. Tra dipinti, sculture, documenti storici e oggetti scientifici, la mostra ricostruisce un panorama completo di quel periodo. Gli oggetti esposti – auto, moto, aerei e persino manifesti pubblicitari – testimoniano la visione innovativa dei futuristi, il loro desiderio di celebrare un nuovo stile di vita fondato sulla velocità e sul dinamismo industriale. È un viaggio immersivo che collega le avanguardie del passato alle sfide del presente. Il Collezionista Roberto Bilotti D’Aragona Come considera la scelta di includere fusioni postume nelle esposizioni dedicate a Boccioni? Roberto Bilotti D’Aragona: Le fusioni postume, per loro stessa natura, rappresentano un tema delicato. Sebbene siano traduzioni fedeli dei modelli originali, nessuna di esse fu supervisionata direttamente da Boccioni. Questo richiede un inquadramento storico rigoroso e trasparente. Purtroppo, spesso manca la chiarezza necessaria. Spiega al pubblico che ci legge cosa è successo esattamente Roberto Bilotti D’Aragona: Nel caso di questa mostra, alcune descrizioni rischiano di creare confusione nel pubblico, compromettendo la comprensione del contesto storico.denominazione e errore di traduzione, che ridicolizza il museo, malgrado la diffida argomentata dettagliatamente, espone il museo pubblico a richiesta di risarcimento si configura come malo gestio della cosa pubblica. Forme uniche della continuità nello spazio scultura in bronzo di Umberto Boccioni è l’icona della mostra Il Tempo del Futurismo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma perché più di tutte incarna lo spirito della mostra, il sentimento di quel tempo, lo spirito di innovazione, la sua potenza visionaria, l’idealizzazione della velocità meccanica-industriale. Un capolavoro che esprime il rapporto tra uomo e macchina che in Boccioni sarebbe diventato sempre più stretto fino a fondersi in una audace visione futurista, una forza dell’utopia divenuta attuale osmosi tra uomo e macchina. Forme uniche in bronzo, derivata dal gesso primario o attraverso il passaggio tecnico dal bronzo, di cui entrambe sono traduzione fedele, sono presenti in molti musei del mondo proprio perché anche se concepita nl 1913 è ancora attuale nel messaggio, ancora in grado di dialogare con le sfide della modernità continuando a coinvolgere e emozionare. E’ il simbolo del Movimento d’avanguardia tra più ammirati al mondo, esposto tra dipinti, sculture, oggetti scientifici, documenti storici, libri e manifesti pubblicitari. Tra auto e aerei, moto e radio, visione polifonica, diverse voci e stimoli che si intrecciano incarnando il nuovo stile di vita l’esperienza moderna il nuovo modo di vivere che continua ad evolversi su quelle basi. Incarna proprio il rapporto tra arte e scienza/tecnologia, la meccanizzazione dell’umano e dell’umanizzazione della macchina. Rappresenta gli obiettivi artistici iconoclastici e rivoluzionari dei futuristi la deformazione di un corpo antropomorfo, l’uomo-macchina lanciato a conquistare il futuro in una traiettoria semplificata in forma unica delle variazioni del movimento. La scultura di Boccioni di collezione Bilotti, voluta da Filippo Tommaso Marinetti, autorizzata dalle sue eredi, realizzata con la supervisione scientifica di Maurizio Calvesi, pubblicata nel catalogo generale è appena tornata dall’ONU dove è stata esposta dal ministero degli esteri dopo un tour nelle principali capitali del mondo, è posizionata al termine dell’installazione multimediale di Magister Art, un percorso di stati d’animo tra paesaggi emotivi e intellettuali diversi. Immagini luminose led appaiono in funzione del movimento delle persone all’interno trasmettendo le suggestioni psicologiche di energia e velocità. Sulla parete esterna la scomposizione in immagini di Forme uniche di Boccioni esposto come la sequenza cronofotografica con gli effetti del movimento e i ritmi lineari che attivano la forma in sintesi e simultaneità la cui gamma visiva diviene

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