L’organizzazione di una mostra di grande rilevanza, come quella sul Futurismo alla Galleria Nazionale di Roma, presenta spesso molteplici sfide. Ci può parlare delle difficoltà principali che si incontrano nella realizzazione di un progetto di questa portata?
Le difficoltà principali nell’affrontare una mostra di questa portata sono quelle legate ai prestiti delle opere. E’ chiaro che avere o non avere in mostra le opere considerate fondamentali per la comprensione di un movimento artistico come in questo caso il Futurismo fa una grande differenza. Altre difficoltà sono quelle di riuscire a realizzare una mostra di livello rientrando nel budget di spesa stanziato dal Ministero.
In una situazione come quella recente, in cui si è parlato di possibili interferenze politiche nelle scelte curatoriali, come può un curatore mantenere l’integrità e l’autonomia artistica del progetto?
Nel mio caso non c’è stata alcuna interferenza da parte del Ministero della Cultura fino al 17 maggio 2024 quando mi hanno dato il benservito senza alcuna spiegazione. Avevo scritto il progetto scientifico, scelto le opere che andavano in mostra, contattato molti collezionisti e fatto i nomi di molti storici dell’arte per invitarli a partecipare alla mostra e ripeto almeno per il primo anno di lavoro (da gennaio 2023 a maggio 2024) non ho avuto nessun tipo di interferenza. Pertanto questa domanda dovreste rivolgerla a Gabriele Simongini, oggi curatore unico della mostra in programma il prossimo 2 dicembre.
Alcuni professionisti hanno raccontato di pressioni esterne o di situazioni delicate che hanno influito sulla loro posizione all’interno del progetto. Qual è la sua opinione su queste dinamiche e come influenzano il lavoro curatoriale?
A mio avviso una mostra d’arte dovrebbe essere curata solo da storici dell’arte competenti in materia (in questo caso sul Futurismo) senza che vi siano intromissioni di galleristi privati o di politici che intendono indirizzare la mostra verso i propri interessi personali o di partito. L’arte per definizione è pubblica, di tutti. Non è privata e non è né di destra né di sinistra.
Lei ha una lunga esperienza nella gestione di collaborazioni con musei e gallerie. Come si riesce a mantenere una coesione di squadra, nonostante le difficoltà come quelle che ha riscontrato Lei da curatore coinvolto inquanto si e’ visto da un momento all’altro non essere più il co curatore con Gabriele Simongini e quindi ad aver perso tutto il lavoro fatto fino al momento in cui si e’ visto escludere .
La coesione di squadra è tuttora in corso con gli altri componenti del fantomatico comitato scientifico che sono stati estromessi dalla mostra come me.
A suo avviso, quali sono gli aspetti essenziali che il Ministero della Cultura e le istituzioni coinvolte dovrebbero migliorare per garantire il successo di esposizioni di grande rilevanza, come la mostra sul Futurismo di grande valore artistico?
Certamente non incorrere nell’infinita serie di errori che hanno commesso nella gestione di questa mostra. In realtà basta poco: lasciar lavorare i professionisti una volta che sono stati scelti, senza ripensarci quando si è arrivati a 3/4 del percorso.
Queste domande aiutano a far emergere le difficoltà e i retroscena legati a progetti artistici di alto profilo e le complessità che i curatori possono incontrare.
Interview with Alberto Dambruoso. The challenges and complex situations related to the organization of a large exhibition
Organizing a major exhibition, such as the one on Futurism at the Galleria Nazionale in Rome, often presents multiple challenges. Can you tell us about the main difficulties encountered in realizing a project of this magnitude?
The main difficulties in tackling an exhibition of this magnitude are those related to the loans of the works. It is clear that having or not having on display the works considered fundamental for the understanding of an artistic movement such as Futurism in this case makes a big difference. Other difficulties are those of managing to organize a high-level exhibition within the budget allocated by the Ministry.
In a situation like the recent one, in which there was talk of possible political interference in curatorial choices, how can a curator maintain the integrity and artistic autonomy of the project?
In my case there was no interference from the Ministry of Culture until May 17, 2024 when they gave me the sack without any explanation. I had written the scientific project, chosen the works that were to be exhibited, contacted many collectors and named many art historians to invite them to participate in the exhibition and I repeat at least for the first year of work (from January 2023 to May 2024) I had no kind of interference. Therefore, you should ask this question to Gabriele Simongini, now the sole curator of the exhibition scheduled for December 2nd.
Some professionals have spoken of external pressures or delicate situations that have influenced their position within the project. What is your opinion on these dynamics and how do they influence the curatorial work?
In my opinion, an art exhibition should be curated only by art historians who are competent in the subject (in this case on Futurism) without any interference from private gallery owners or politicians who intend to direct the exhibition towards their own personal or party interests. Art by definition is public, for everyone. It is not private and it is neither right nor left.
You have a long experience in managing collaborations with museums and galleries. How do you manage to maintain team cohesion, despite the difficulties like those you encountered as a curator involved when you suddenly found yourself no longer the co-curator with Gabriele Simongini and therefore having lost all the work done up until the moment you were excluded.
Team cohesion is still ongoing with the other members of the phantom scientific committee who were excluded from the exhibition like me.
In your opinion, what are the essential aspects that the Ministry of Culture and the institutions involved should improve to ensure the success of highly relevant exhibitions, such as the exhibition on Futurism of great artistic value?
Certainly not to incur the infinite series of errors they made in managing this exhibition. In reality, it doesn’t take much: let the professionals work once they have been chosen, without thinking twice when you have reached 3/4 of the way through.
These questions help to bring to light the difficulties and backgrounds of high-profile art projects and the complexities that curators may encounter.