Day: 24 Marzo 2024

Alberto Giacometti – What Meets the Eye. Interview to the Chief curator Thomas Lederballe

Una mostra fra le più belle ed importanti questa allestita nella Galleria Nazionale a Copenaghen aperta fino al 27 maggio 2024.Per approfondire gli aspetti più rilevanti della rassegna e soprattutto capire il linguaggio fenomenologico dell’artista intervistiamo il curatore Thomas Lederballe.Un artista straordinario è Alberto Giacometti conosciuto in tutto il mondo per la sua numerosa produzione di sculture dalle forme allungate, può spiegare ai nostri lettori di Artonworld le particolari caratteristiche estetiche che hanno reso celebre l’artista svizzero.Il tipo di figure umane che la maggior parte delle persone qui in Danimarca tende ad associare a Giacometti sono quelle a cui ti riferisci qui, ma era un artista piuttosto versatile, producendo opere che comprendono caratteristiche caratteristiche dei movimenti d’avanguardia prebellici come come il surrealismo e il cubismo. Tuttavia esiste un interesse generale per l’esatta manifestazione della forma umana. A causa della struttura delle sculture, le figure sembrano avere una presenza “nervosa” che fa sembrare la figura oscillare tra l’apparire e lo scomparire allo stesso tempo. Le figure sono sottili (snelle) e in un certo senso appena visibili. Spesso sono anche piccole e poco appariscenti (in termini di dimensioni).Quante opere sono esposte? Ci sono lavori inediti?48 sculture, 4 dipinti e 37 disegni. Tutte le opere sono ben note.È stato difficile organizzare una mostra così articolata tra sculture, disegni e opere grafiche?La mostra è stata organizzata in collaborazione con la Fondation Giacometti, e Émilie Bouvard della Fondation è stata la mia co-curatrice. La maggior parte delle opere in mostra provengono dalla Fondazione, ma ho potuto ottenere anche altri prestiti cruciali, sempre per gentile concessione della Giacometti-Stiftung di Zurigo. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI One of the most beautiful and important exhibitions, this one set up in the National Gallery in Copenhagen, open until 27 May 2024.To delve deeper into the most relevant aspects of the exhibition and above all to understand the artist’s phenomenological language, we interview the curator Thomas Lederballe.An extraordinary artist is Alberto Giacometti known worldwide for his numerous production of sculptures with elongated forms, can he explain to our Artonworld readers the particular aesthetic characteristics that made the Swiss artist famous.The type of human figures that most people here in Denmark would tend to associate with Giacometti are the ones you refer to here, but he was quite a versatile artist, producing works which comprise features that are characteristic of pre-war avant-garde movements such as surrealism and cubism. Nevertheless there is a general interest in the exact manifestation of the human form. Due to the facture of the sculptures, the figures seem to have a “nervous” presence that makes the figure seem to oscillate between appearing and disappearing at the same time. The figures are thin (slender) and in a sense barely visible. Often, they are also small and insconspicuous (in terms of size).How many works are on display? Are there some unpublished works ?48 sculptures, 4 paintings, and 37 drawings. All the works are well known in advance.Was it difficult to organize such a multifaceted exhibition featuring sculptures, drawings and graphic works?The exhibition was organized in collaboration with the Fondation Giacometti, and Émilie Bouvard from the Fondation was my co-curator. Most of the works in the show come from the Fondation, but I was also able to secure other crucial loan, also at the courtesy of the Giacometti-Stiftung In Zurich. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Giancarlo Cerri

by Giovanna Laura Adreani “L’artista Giancarlo Cerri interpreta con rigore e sensibilità un linguaggio autonomo e riconoscibile, capace di coniugare le raffinatezze quasi astratte del colore in una trascrizione lirica. Nelle sue opere le tracce del reale si perdono nel surreale per finire nell’onirico e nel recupero di simboli che interpretano la natura e l’uomo. Spirali di vita, alcune volte racchiuse, si avvolgono in una continuità di colore e di armonia donando significato ai sogni. Il mistero si ravvisa in lontane ombre di paesaggi pensati o nell’immobilità di forme che si allontanano dal conosciuto. Nelle sue opere, come per incanto, l’ariosità dello svolazzo di un nastro si compenetra nell’equilibrio malinconico di una danza romantica foriera di germinazione di vita. Le figure contornate, quasi in una gabbia dei pensieri, diventano una musica crepuscolare che ci racconta d’intimità diventando segreti di armonie di vita che si scuriscono nel racconto del tempo. I toni veloci danno senso e anima alla bellezza che nella forza del gesto conduce alla lirica delle sue poetiche campiture. Le vibrazioni delle sfumature corrono imprigionando tracce di verdi, di rosa e di blu sino a luminescenze che irradiano l’intera scena facendo diventare la pittura di Giancarlo Cerri una passeggiata nel suo inconscio e in quello collettivo.” PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI Giancarlo Cerri in studio – gennaio 2024 “The artist Giancarlo Cerri interprets with rigor and sensitivity an autonomous and recognizable language, capable of combining the almost abstract refinements of color in a lyrical transcription. In his works the traces of the real are lost in the surreal to end up in the dreamlike and in the recovery of symbols that interpret nature and man. Spirals of life, sometimes enclosed, are wrapped in a continuity of color and harmony, giving meaning to dreams. The mystery is recognized in the distant shadows of imagined landscapes or in the immobility of forms that distance themselves from the known. In his works, as if by magic, the airiness of the fluttering of a ribbon penetrates the melancholic balance of a romantic dance heralding the germination of life. The surrounded figures, almost in a cage of thoughts, become a twilight music that tells us of intimacy, becoming secrets of life harmonies that darken with the story of time. The fast tones give meaning and soul to the beauty which in the strength of the gesture leads to the lyricism of his poetic backgrounds. The vibrations of the shades run, imprisoning traces of green, pink and blue until luminescence that irradiates the entire scene, making Giancarlo Cerri’s painting a walk in his and the collective unconscious.” TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Shadows and glimmers of lightin the cultural heritage system in Italy,in relation to the market and Europe

by Giulio Volpe, Avvocato dell’arte, con studio in Bologna, fornisce consulenza e assistenza legale agli operatori del mercato dell’arte, a collezionisti privati e società. È passato un anno da quando, incaricato dalla Federazione Italiana Mercanti d’Arte (Presidente Fabrizio Pedrazzini) per il IV Convegno FIMA (a cura di Carlo Teardo), nel contesto piacevole e congeniale di Modenantiquaria (coordinata dall’ottimo Pietro Cantore) tenevo una relazione sulla disciplina italiana in materia di circolazione dei beni culturali, anche nel raffronto con altri ordinamenti europei.Il giorno successivo procedevo alla presentazione delle proposte scaturite da alcuni tavoli tematici composti dagli stessi antiquari, alla presenza del Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi e di alcuni parlamentari che di lì a poco le avrebbero commentate, nonché di Umberto Allemandi in qualità di straordinario moderatore.Il documento conclusivo, teso all’armonizzazione della disciplina italiana con le principali normative europee, conteneva tra altre le richieste che seguono: il rispetto di tempi certi nei procedimenti amministrativi concernenti circolazione in entrata e uscita di cose di interesse artistico e storico; la redazione di un database o archivio unico delle opere “vincolate”; la previsione di una decisione espressa obbligatoria a fronte di ricorsi gerarchici amministrativi entro i 90 giorni previsti; un adeguamento della disciplina interna in materia di circolazione delle cose di interesse artistico e storico alle soglie di valore di cui al Regolamento CE 116/2009, mettendo in evidenza che queste sono state perfino elevate o raddoppiate in altri Paesi membri.Se infatti da un lato dobbiamo guardare con profondo rispetto alla tradizione italiana di tutela del patrimonio storico artistico, che rimanda a quella rarissima congiunzione astrale che avvinse intorno a Pio VII Chiaramonti figure di altissimo profilo, quali furono il giurista erudito Carlo Fea o l’Ispettore delle Belle Arti Antonio Canova (in veste di amministratore tecnico, come lo era stato Raffaello tre secoli prima), dobbiamo considerare che il nostro territorio in epoca preunitaria era afflitto da un’incessante emorragia di opere d’arte e come il sistema giuridico amministrativo di controllo e di sanzione, ancora in fase embrionale, rimanesse spesso sulla carta.È a tutta evidenza assurdo, per fare un esempio limitato ai dipinti, che oggi in Francia come in Germania la soglia di valore rilevante ai fini della tutela in sede di esportazione sia di 300.000 euro, nel Regno Unito di 180.000, mentre in Italia quasi sarcasticamente tale soglia, raggiunta a fatica e da buoni ultimi, si attesta sui 13.500 euro.È altrettanto disarmante pensare che se in Francia l’Amministrazione può fermare l’esportazione di un bene, lo possa fare per un massimo di trenta mesi, entro i quali dovrà raccogliere i fondi utili ad acquistarlo.Di più, alcuni Paesi membri (ancora la Francia su tutti) stabiliscono con chiarezza che entro un dato termine, in mancanza di acquisto (a prezzo di mercato), il certificato di esportazione non potrà essere negato. Rassicurante, ancora una volta in Francia, la presenza di esponenti della giurisdizione amministrativa (la presenza di un Consigliere di Stato) nelle Commissioni incaricate di decidere sulle richieste di esportazione e sul riconoscimento dei tesori nazionali, a garantirne la terzietà e a scongiurare l’appiattimento su posizioni preconcette. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI FIMA conference in Modenantiquaria 2023, the lawyer Giulio Volpe is third from the left. Thefirst from the right is the former ex Undersecretary of the Ministry of Culture Vittorio Sgarbi A year has passed since, commissioned by the Italian Federation of Art Dealers (President Fabrizio Pedrazzini) for the IV FIMA Conference (curated by Carlo Teardo), in the pleasant and congenial context of Modenantiquaria (coordinated by the excellent Pietro Cantore) I held a report on Italian regulations regarding the circulation of cultural goods, also in comparison with other European systems.The following day I proceeded to present the proposals resulting from some thematic tables made up of the same antique dealers, in the presence of the Undersecretary of State Vittorio Sgarbi and some parliamentarians who would shortly comment on them, as well as Umberto Allemandi as extraordinary moderator.The final document, aimed at harmonizing Italian regulations with the main European regulations, contained among others the following requests: respect for certain times in administrative procedures concerning the movement in and out of things of artistic and historical interest; the preparation of a single database or archive of “restricted” works; the provision of a mandatory express decision in response to administrative hierarchical appeals within the foreseen 90 days; an adaptation of the internal regulations regarding the circulation of things of artistic and historical interest to the value thresholds referred to in EC Regulation 116/2009, highlighting that these have even been increased or doubled in other member countries.In fact, if on the one hand we must look with profound respect at the Italian tradition of protection of the historical and artistic heritage, which refers to that very rare astral conjunction which brought together figures of the highest profile around Pius VII Chiaramonti, such as the erudite jurist Carlo Fea or the Inspector of the Fine Arts Antonio Canova (in the capacity of technical administrator, as Raphael had been three centuries earlier), we must consider that our territory in the pre-unification era was afflicted by an incessant hemorrhage of works of art and how the administrative legal system of control and sanctions, still in the embryonic phase, often remained on paper.It is clearly absurd, to give an example limited to paintings, that today in France as in Germany the relevant value threshold for the purposes of export protection is 300,000 euros, in the United Kingdom it is 180,000, while in Italy almost sarcastically this threshold, reached with difficulty and with good results, stands at 13,500 euros.It is equally disarming to think that if in France the Administration can stop the export of a good, it can do so for a maximum of thirty months, within which it will have to raise the funds needed to purchase it.Furthermore, some member countries (France above all) clearly establish that within a given deadline, in the absence of purchase (at market price), the export certificate cannot be denied.Reassuring, once again in France, is the presence of representatives of the

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