Month: Febbraio 2023

Julian Charrière: Erratic at SFMOMA

L’artista Julian Charrière è nato a Born nel 1987 in Svizzera, ha viaggiato in regioni polaRi in cui l’essere umano difficilmente raggiunge. La sua esploraizone punta a testimoniare il cambiamento climatico e i disastri climatici che stanno subendo i ghiacciai. Il rapporto con l’ambinete glaciale è stato complicato, ma la sua volontà di presentare quei luoghi è stata così forte da far realizzare all’artista un filmato che riprende i monti bui della notte quando i ghiacciai nel silenzio si muovono ed emettono rumori che fanno sentire l’essere umano piccolissimo e debole di fronte alla forza impetuosa della natura.Questa rassegna è la prima mostra personale dell’artista sulla West Coast, Julian Charrière: Erratic presenta opere multimediali che ruotano attorno all’impegno poetico dell’artista con i paesaggi di ghiaccio, sfidando i nostri costrutti di temporalità differenti e portando l’attenzione sulle tracce e sugli effetti di lunga durata delle interferenze umane nella natura. L’opera centrale di questa mostra cinematografica e sensoriale è Towards No Earthly Pole (2019), un film panoramico che combina riprese inquietanti di ghiacciai effettuate di notte durante le spedizioni dell’artista in varie regioni glaciali.Il visitatore della mostra si sente partecipe di un progetto culturale realizzato dall’artista volto a scuotere le coscienze di tutti noi e tentare di dare valore a quelle aree che spesso sono sconosciute e hanno bisogno di essere presentate nel mondo politico e culuturale per tentare una svolta verso la salvaguardia dell’ecosistema.Julian Charrière: Erratic è sostenuta da Etant donnés Contemporary Art, un programma di Villa Albertine e della Fondazione FACE, in collaborazione con l’Ambasciata di Francia negli Stati Uniti, con il sostegno del Ministero della Cultura francese, dell’Institut français, della Fondazione Ford, della Fondazione Helen Frankenthaler, di CHANEL e di ADAGP. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI Artist Julian Charrière was born in Born in 1987 in Switzerland and has traveled to polar regions where the human being hardly reaches. His exploration aims to witness climate change and the climatic disasters that glaciers are suffering. The relationship with the glacial ambinete was complicated, but his desire to present those places was so strong that the artist made a film that captures the dark mountains of the night when glaciers in the silence move and emit noises that make human beings feel tiny and weak in the face of the impetuous force of nature.This exhibition is the first solo show of artist on the West Coast, Julian Charrière: Erratic presents multimedia works that revolve around the artist’s poetic engagement with ice landscapes, challenging our constructs of different temporalities and bringing attention to the traces and long-lasting effects of human interference in nature. The central work in this cinematic and sensory exhibition is Towards No Earthly Pole (2019), a panoramic film that combines eerie footage of glaciers taken at night during the artist’s expeditions to various glacial regions.The visitor to the exhibition feels like a participant in a cultural project carried out by the artist aimed at shaking the consciences of all of us and attempting to give value to those areas that are often unknown and need to be presented in the political and culutural world in order to attempt a breakthrough toward the preservation of the ecosystem.Julian Charrière: Erratic is supported by Etant donnés Contemporary Art, a program of Villa Albertine and the FACE Foundation, in collaboration with the Embassy of France in the United States, with support from the French Ministry of Culture, the Institut français, the Ford Foundation, the Helen Frankenthaler Foundation, CHANEL and ADAGP. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

Has the perception of beauty in our
contemporary times changed? 

L’essere umano come reagisce di fronte alle opere digitali? Quali aree cerebrali si attivano?Nel complesso, sembra che il cervello elabori e risponda all’arte digitale in modo molto simile a quello dell’arte fisica tradizionale. Per esempio, la corteccia orbitofrontale, coinvolta in modo importante nel processo estetico, si attiva quando guardiamo un’opera d’arte esteticamente piacevole, sia essa digitale o sia tradizionale. Altre aree cerebrali tipicamente attivate quando guardiamo l’arte digitale sono quelle relative all’elaborazione visiva e spaziale. Ad esempio, il giro fusiforme, coinvolto nel riconoscimento dei volti e nella percezione degli oggetti. Tuttavia, è importante notare come il cervello sia altamente adattabile e possa imparare ad elaborare nuovi tipi di stimoli nel corso del tempo, quindi il modo in cui il cervello di un individuo risponde all’arte digitale può cambiare man mano che si abitua ad essa. Negli ultimi anni lo studio in questo campo, la neuroestetica, ha acquisito una notevole importanza grazie all’utilizzo da parte dei ricercatori di tecniche avanzate di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), per studiare l’attività cerebrale delle persone durante la visione e la valutazione delle opere d’arte.Con la sua continua evoluzione, il campo della neuroestetica ha il potenziale per rivoluzionare la nostra comprensione dell’estetica e dei modi in cui il cervello elabora e risponde all’arte. Alla Webster Vienna Private University offriamo corsi che approfondiscono questi argomenti affascinanti fornendo agli studenti una prospettiva unica sul ruolo del cervello nell’apprezzamento dell’arte e le competenze necessarie per condurre la propria ricerca in questo campo appassionante. PER LEGGERE L’INTERA PUBBLICAZIONE CLICCA QUI How does the human being react when faced with digital works? Which brain areas are activated?Overall, it seems that the brain processes and responds to digital art in much the same way as it does to traditional physical art. For example, the orbitofrontal cortex, which is heavily involved in aesthetic processing, is activated when we look at an aesthetically pleasing work of art, whether it is digital or whether it is traditional. Other brain areas typically activated when we look at digital art are those related to visual and spatial processing. For example, the fusiform gyrus, which is involved in face recognition and object perception. However, it is important to note that the brain is highly adaptable and can learn to process new types of stimuli over time, so the way an individual’s brain responds to digital art may change as he or she becomes accustomed to it. In recent years, the study in this field, neuroaesthetics, has gained prominence due to researchers’ use of advanced brain imaging techniques, such as functional magnetic resonance imaging (fMRI), to study people’s brain activity while viewing and evaluating works of art.As it continues to evolve, the field of neuroaesthetics has the potential to revolutionize our understanding of aesthetics and the ways in which the brain processes and responds to art. At Webster Vienna Private University we offer courses that delve into these fascinating topics by providing students with a unique perspective on the brain’s role in art appreciation and the skills needed to conduct their own research in this exciting field. TO READ THE COMPLETE ARTICLE CLICK HERE

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